IL CRISTIANESIMO, QUADRO GENERALE
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IL CRISTIANESIMO
QUADRO GENERALE - Con quasi due miliardi di fedeli professanti in tutto il mondo, il Cristianesimo è attualmente la principale religione del mondo. Ha dominato la cultura occidentale per secoli e rimane la religione praticata dalla maggior parte della popolazione in Europa e in America.
Le credenze cristiane sono principalmente modellate sulle sacre scritture e sulle dottrine elaborate inizialmente dal Sadduceo, ed originario della Siria, Paolo di Tarso (San Paolo), a sua volta supportato da Josephus Bar Matthias (San Luca), figlio di un Alto Sacerdote Sadduceo e membro del Casato di Ananias (Ananus).
La religione creata da Paolo e dagli Ebrei Sadducei è fondamentalmente basata sui resoconti riguardanti un maestro e guaritore di nome Gesù di Nazareth, di nobile nascita, stranamente presentato come il figlio di un povero falegname (carpentiere).
Ad un livello più profondo, Paolo e i Sadducei riuscirono a fondere le più antiche teologie pagane nella storia, rendendo Gesù il ‘Figlio di Dio’, nato il 24/25 Dicembre da una vergine per salvare il mondo.
Ad un livello ancora più profondo, i principali riti dei Sadducei, quali il sacrificio umano, e i riti basati sul sangue, sono stati inoltre inseriti nell’ambito del culto, tanto da rendere la religione cristiana creata da Paolo fondamentalmente dualistica fondata su una Messa Bassa per i non-iniziati, e una Messa Alta per i sacerdoti di elevato livello e per i membri di quelle linee di sangue che continuano a conservare la propria decisiva influenza ancora ai nostri giorni.
Il più importante quartier generale del Cristianesimo è rappresentato dal Colle Vaticano (il Vaticano), il più antico e il più importante sito dedicato all’adorazione di Cibele (Regina Coeli), così come del Satana del mondo antico, rappresentando inoltre uno dei siti ritenuti più sacri dai nobili Sadducei che fondarono il cristianesimo.
Il nome originario di Roma era Saturnia, in onore di Saturno/Satana, e il secondo più importante giorno di festa per il Cristianesimo è il 25 Dicembre, in onore dell’antica celebrazione di Saturnia (Satana) e del Sol Invictus (nascita del sole). La data del 25 Dicembre non ha assolutamente alcuna connessione con la data effettiva della nascita di Gesù che è assai probabilmente da collocare nel giorno 14 del mese di ‘Nisan’ del 6 dopo Cristo.
A distanza di 200 anni dalla formazione del Cristianesimo, il primo gruppo che la Chiesa Cristiana si impegnò ad eliminare in quanto ‘eretici’ fu rappresentato da coloro i quali celebravano la nascita e/o la morte di Gesù intorno al 14 Marzo o al 1 Aprile.
Il più importante festività della religione creata da Paolo (il Cristianesimo) è la Pasqua (Easter), detta anche ‘Eoster’, in onore della denominazione Sassone/Britannica della Dea Cibele, Regina dei Cieli e Dea Madre. Ciò a motivo del fatto che tale Dea è, ed è sempre stata, la più importante tra le divinità adorate dai Sadducei. La data della Pasqua non ha assolutamente alcuna connessione con l’effettiva data della crocifissione di Gesù che storicamente si ritiene sia avvenuta nello stesso giorno della sua nascita.
Il testo sacro di riferimento per il Cristianesimo è la Bibbia, e consiste di un corpus parzialmente modificato delle Scritture Ebraiche a cui sono stati aggiunti 4 vangeli accuratamente selezionati ed approvati da Paolo e dai suoi seguaci, oltre agli scritti di Paolo e di Josephus Ben Matthias (San Luca). L’effetto principale di tale composizione nel suo complesso è una maggiore enfasi sugli scritti di Paolo, seguiti in termini di rilevanza dall’Antico Testamento, mentre le effettive parole di Gesù sono state rese a tutti gli effetti quelle meno rilevanti – fu appunto questa la ragione per cui la famiglia degli Alti Sacerdoti Sadducei (del Casato di Ananus) articolò la Bibbia in questa specifica forma in occasione della sua traduzione in Greco avvenuta nel 50 dopo Cristo.
Sebbene si trattasse in origine di una religione dinastica fondata sulle linee di sangue delle dinastie Sadducee della Siria, il Cristianesimo ha in numerose occasioni riformato numerosi dei suoi elementi.
Il Cristianesimo è suddiviso oggi in tre principali branche. Il Cattolicesimo Romano, che rappresenta la chiesa cristiana riformata a partire dall’inizio del III secolo dopo Cristo ad opera delle famiglie nobili Sadducee, che è guidata dal Papa. Le credenze di carattere distintivo per i Cattolici includono una assai più evidente adorazione di Maria quale figura rappresentativa di Cibele (Regina dei Cieli), con i seguaci che utilizzano addirittura la tradizionale collanina (rosario) di Cibele ed il ciclo di preghiere definito appunto ‘rosario’ adorandola in effetti alla stessa maniera dei Sadducei oltre 2000 anni fa. La Chiesa Ortodossa Orientale e il Cattolicesimo Romano si separarono nel 1054 dopo Cristo, quando il Patriarca di Costantinopoli e il Papa si scomunicarono l’uno con l’altro. La Chiesa Ortodossa Orientale (che include la Chiesa Ortodossa Russa e quella Greca oltre a numerose altre) differisce dal Cattolicesimo per il rifiuto della sua sottomissione al Papa, per la sua enfasi sull’utilizzo delle icone nell’ambito del culto, e per la data in cui viene celebrata la Pasqua. Esistono tuttavia ulteriori differenze di carattere culturale, politico e religioso.
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PARTE 1 – L’IMPENETRABILE BARRIERA DELLA CREDIBILITA’
1. L’essenza di ogni fede risiede nella convinzione che le sacre scritture e i leader di una specifica religione esprimano sinceramente delle verità.
2. Lo stesso discorso vale quando si affronta una discussione approfondita a proposito degli effettivi fondatori del Cristianesimo, delle loro origini, delle ragioni alla base del loro operato, e delle loro condotte. Vale per il Cristianesimo così come vale per qualunque altra religione.
3. Una persona che si dichiari ‘cristiana’, si presume che quantomeno abbia fede nel fatto che le sacre scritture, come la stessa Bibbia, esprimano delle verità di carattere assoluto.
4. Inoltre, una persona che si dichiari cristiana ritiene che il fondatore della propria religione sia stato Gesù di Nazareth, altrimenti noto come Gesù Cristo, o Gesù il Messia.
5. Le singole fazioni nell’ambito del Cristianesimo possono differire nelle loro interpretazioni dei testi essenziali che compongono la Bibbia, addirittura nell’interpretazione di alcuni degli articoli di fede più essenziali, in base alla peculiare interpretazione che discende dalla propria specifica fede in relazione a quesiti fondamentali quali, ad esempio, “Maria era in effetti Vergine quando ha concepito Gesù?”. Tutti i cristiani, in ogni caso, sono in accordo nel ritenere quantomeno che sia stato Gesù a fondare il Cristianesimo.
6. Questa fede assoluta nella connessione diretta tra Gesù di Nazareth e il Cristianesimo viene molto spesso definita “l’impenetrabile barriera della credibilità”.
7. Si tratta di un elemento fideistico che non potrebbe essere messo alla prova da nulla se non dai fatti; un elemento fideistico che successivamente sarà utile per rafforzare ulteriori elementi fideistici di carattere essenziale.
8. Ad esempio, la convinzione in base alla quale sia stato Gesù a fondare il Cristianesimo, rappresenta l’elemento fondante sul quale l’ulteriore elemento fideistico relativo alla cosiddetta “successione apostolica” è stato nel tempo costruito – ovvero la fede nel fatto che, dai tempi di Gesù sino ai nostri giorni, sia esistita un’ininterrotta catena di autorità religiose che hanno condotto all’attuale articolazione delle principali branche del Cristianesimo, una catena continua di autorità religiose che assumono le sembianze dei Papi Cattolici Romani.
9. Un altro esempio della maniera in cui l’essenziale elemento fideistico in base al quale Gesù abbia fondato il Cristianesimo viene utilizzato, è rintracciabile nelle modalità tramite le quali la storia delle Chiese Cristiane, e in particolare la storia della Chiesa Cattolico Romana, viene raccontata ed inoltre difesa.
10. Non importa quanti fatti e scenari storici, o casi di prove fisiche evidenti siano presentati per evidenziare una storia caratterizzata da atti orribili, da carneficine o da condotte assolutamente deprecabili. La convinzione per cui Gesù abbia fondato il Cristianesimo tende ad impedire qualsivoglia tentativo di discutere oggettivamente le effettive origini e i fatti storici inoppugnabili riguardanti le diverse fazioni del Cristianesimo.
11. Tale impenetrabile barriera della credibilità continua ad essere utilizzata come una sorta di frangiflutti senza tempo per proteggere il clero individualmente inteso dagli attacchi, soprattutto da qualunque accusa di immoralità e addirittura di empietà.
12. In termini semplificati, risulta impossibile credere che un’organizzazione fondata da un uomo che viene dai più ritenuto il figlio di Dio possa mai essersi resa responsabile del genere di atti abominevoli di cui un numero tanto ampio di personaggi l’hanno accusata nel tempo.
13. In altre parole, in ogni occasione in cui un archeologo, un filosofo, o qualsiasi altro personaggio si impegni a rivelare fatti in grado di mettere alla prova l’immagine che si presenta ai più delle Chiese Cristiane, devono vedersela con questa “impenetrabile barriera della credibilità”.
14. Più fantasiose risultano le loro affermazioni rispetto alla verità ufficiale, minore è la possibilità che ad esse le persone credano, figuriamoci parlare del fatto che si impegnino a diffonderle.
15. E’ questa la ragione per cui ci sono volute non solo decine, ma centinaia di anni per rivelare determinati fatti storici riguardanti numerose istituzioni che si attribuiscono la definizione di Cristiane. Ci riferiamo a casi molteplici di torture istituzionali, a casi di eresia istituzionalizzata, e a casi di pedofilia e di abusi ai danni dei bambini.
16. E’ questa la ragione per cui, ancora ai nostri giorni, numerosi cattolici credono che le storie riguardanti casi terribili di sacerdoti pedofili non siano altro che una maldicenza sponsorizzata dai protestanti e fondamentalmente infondata.
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CIBELE – INFORMAZIONI GENERALI
Divinità dell’Antico Oriente e Greco-Romana, è conosciuta con varie denominazioni. Il nome Cibele o Cibebe predominano nella letteratura greca e romana a partire dal Quinto secolo avanti Cristo. Il suo nome completo, a Roma, era Mater Deum Magna Mater.
La grande Dea Pagana Cibele (Kybele: “Keh – Ba’al – Leh” – colei (la divinità) che dimora nelle caverne, nelle grotte), sarebbe stata confusa e nel tempo conosciuta, successivamente ad una serie di trasformazioni operate dai Greci, come Sibilla/e. La grande Dea dell’Asia Minore è la più antica Dea conosciuta dalla storia, anticipando di ben 5000 anni le divinità Sumere e dell’Antico Egitto, così come le derivate divinità greche e romane, ponendosene inoltre come archetipo fondamentale.
Una immagine trovata a Catal Huyuk, datata ad 8000 anni fa, rappresenta la Dea Madre acquattata in procinto di partorire, affiancata da due leopardi. Nei secoli successivi, i leopardi sarebbero stati sostituiti dai leoni – Atalanta e Ippomene dopo la metamorfosi, nonostante il fatto che i leopardi fossero ritenuti leoni femmina nell’antichità. La sua adorazione era di solito combinata con quella del Toro Celeste, la cui presenza è prominente a Catal Huyuk.
Le leggende sono in accordo nel situare la nascita dell’adorazione della Dea Madre nell’area della Frigia, in Asia Minore (odierna Turchia centro-occidentale), ed in epoca classica il centro più importante del suo culto era a Pessinus, città situata alle falde del monte Dindymus, o Agdistis (di qui alcune sue denominazioni quali Dindymene ed Agdistis). Tuttavia, l’esistenza di numerose divinità simili in aree esterne alla Frigia sta ad indicare che Cibele rappresentasse la forma Frigia di una dea della Natura comune a tutta l’Asia Minore. A partire dall’Asia Minore, il suo culto si diffuse poi nel territorio greco. I Greci riconobbero nella Grande Madre una notevole somiglianza con la propria dea Rhea finendo con il tempo con l’identificarle completamente.
Durante l’invasione della penisola italiana ad opera di Annibale, nel 204 avanti Cristo, i Romani seguirono le istruzioni dettate da un oracolo della Sibilla in base al quale il nemico sarebbe stato sconfitto e scacciato solo se la “Madre Idea” fosse stata portata a Roma, insieme al suo simbolo più sacro,una enorme meterorite che si riteneva fosse caduta dal cielo. La sua identificazione da parte romana con divinità quali Maia, Ops, Rhea, Tellus e Cerere contribuì notevolmente all’affermarsi del suo culto. Alla fine del periodo repubblicano, il culto di Cibele si era decisamente affermato, mentre nel periodo imperiale divenne uno dei principali culti del mondo Romano.
La grande Madre Cibele fu portata da Pergamo a Roma nel 204 avanti Cristo.
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IL VATICANO, ROMA – INFORMAZIONI GENERALI
Il Colle Vaticano (in Latino Mons Vaticanus), collocato a circa 45 metri dalla pianura alluvionale del fiume Tevere, è il colle più vicino al versante nord-occidentale del fiume stesso, di fronte ai sette colli di Roma ed all’esterno delle antiche Mura Repubblicane erette nel Primo secolo avanti Cristo.
Il colle Vaticano si trova a circa due chilometri e mezzo a Nord-Ovest del Colle Capitolino (altezza circa 50 metri), tradizionalmente il più alto dei sette colli e sede del Campidoglio, il più grande complesso di templi dedicato agli dei dell’antica Roma, costruito da Lucius Tarquinius Superbus intorno al 520 avanti Cristo.
Significativamente, il colle Vaticano è collocato come il più vicino e contemporaneamente il più alto punto di vista rispetto al Campo di Marte se si prende come punto di osservazione il sacro complesso di templi del Campidoglio sul Colle Capitolino.
Considerata la sua altezza rispetto alla pianura alluvionale del Tevere, e tenuto conto del panorama che offriva rispetto al Campidoglio oltre che della sua collocazione all’esterno delle antiche mura, esso divenne, a partire dal 520 avanti Cristo, la più sacra Necropoli di Roma, in particolare per i nobili e le persone di rilievo della città. Uno dei nomi originali del colle era infatti “città (colle) del divino” e “Città dei Morti”.
Nell’Anno 204 avanti Cristo, le Guerre Puniche portarono a disastrose conseguenze tanto per l’esercito romano quanto per la salvezza e la sicurezza di Roma. Annibale aveva devastato le campagne romane e la forza delle divinità tradizionali del Tempio Capitolino non sembrava in grado di porre rimedio alla situazione.
Una tradizione riferita da numerosi autori Romani riporta che una serie di Oracoli della Sibilla (Cibele), inclusi quello di Delfi, nell’area di Atene, furono consultati e la profezia che ne derivò fu che affinchè Annibale venisse sconfitto, la grande Dea Madre (Cibele) avrebbe dovuto essere condotta da Pessinus, in Frigia, fino a Roma. La personificazione della Dea Madre era rappresentata dal più grande meteorite ferroso del mondo antico, un enorme oggetto conico dell’altezza di circa 5 metri e mezzo, adorato come il Simulacro di Cibele e del peso di numerose tonnellate.
Nello stesso 204 avanti Cristo, un’ambasciata composta da cinque senatori romani con M. Valerius Laevinus come capo delegazione, fu inviata a Pessinus, all’epoca sotto il dominio di Attalus I (269 – 197 avanti Cristo), Re di Pergamo (odierna Turchia), ed alleato di Roma. Attalus inizialmente rifiutò l’offerta. Tuttavia una leggenda Romana narra che un terremoto occorse nell’area nel periodo delle negoziazioni, accompagnato dalla voce di Cibele che imponeva l’inizio del suo viaggio: tutto ciò, si tramanda, venne prontamente interpretato come un presagio.
Il Simulacro di Cibele, il più grande meteorite nero ferroso del mondo ed un numeroso gruppo di sacerdoti ed attendenti partirono quindi dal complesso di templi originario e giunsero a Roma accolti da una grande festa di benvenuto nel 204 avanti Cristo, organizzata dal Senato Romano.
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IL PONTEFICE MASSIMO – INFORMAZIONI GENERALI
La posizione di Pontifex Maximus (Pontefice Maggiore o Massimo) fu creata per la prima volta dal secondo Re di Roma Numa Pompilio (717 – 673 avanti Cristo) intorno al 720 avanti Cristo, come elemento essenziale nell’ambito della creazione del più complesso Collegium Pontificum (Collegio dei Pontefici).
Sebbene non restino resoconti credibili riferibili a questo periodo, è probabile che il Collegium fornisse un potere consiliare tanto spirituale, quanto politico al Re, in maniera simile a come operano al giorno d’oggi il Governo ed il Primo Ministro di un’odierno monarca. In maniera simile, inoltre, a come accade oggi nella Monarchia britannica, il Re Romano restava la carica suprema sia temporale che spirituale (Alto Sacerdote) di uno Stato fondato su una religione politeistica.
Quando la monarchia Romana fu abolita nel 509 avanti Cristo dal fondatore della Repubblica Romana Lucius Junus Brutus, i precedenti compiti ufficiali e religiosi del Re furono preservati nella nuova carica di Rex Sacrorum ovvero “Re dei Riti/delle Cerimonie Sacre”. Tali diritti furono allora garantiti in capo al Pontifex Maximus con la premessa di limitare la sua influenza in campo politico.
Durante il periodo Repubblicano ed Imperiale, il Pontefice Massimo veniva eletto solitamente nell’ambito del Collegio dei Pontefici. La residenza ufficiale del Pontifex Maximus era la Domus Publica, situata tra la Casa delle Vergini Vestali e la Via Sacra, e vicino alla Via Regia, nel Foro Romano.
A motivo del potere risultante dalla carica, la posizione risultava essere assai ambita dalle famiglie nobili romane. Giulio Cesare, ad esempio, divenne Pontifex nel 73 avanti Cristo e Pontifex Maximus nel 63 avanti Cristo. Al fine di ridurre le possibilità che ci fosse una sola famiglia (o gens) a controllare la carica, inoltre, non più che ad un membro di una gens era permesso di essere membro del Collegio dei Pontefici, nè era ammesso che una persona potesse tenere più di un sacerdozio nell’ambito di un Collegio. Tali tradizioni furono tuttavia largamente ignorate durante le trasformazioni politiche che si verificano nel Terzo Secolo dopo Cristo.
L’ARRIVO DELLA MAGNA MATER – CIBELE MAGNA MATER
Nel 204 avanti Cristo, il Simulacro di Cibele, il più grande meteorite nero ferroso del mondo, oltre ad un gran numero di sacerdoti ed attendenti del complesso templare originario di Pessinus, in Frigia (odierna Turchia Sud-occidentale) si trasferirono a Roma per un grande festival di benvenuto preparato per quell’occasione dal Senato Romano.
Tanto importante era la nuova dea per Roma che il Senato commissionò ai due Censori M. L. Salinator e C. Cl. Nero di pianificare e costruire un edificio degno di ospitare la Pietra Nera e la Dea Cibele (conosciuta da allora come Magna Mater dai Romani). Un grande tempio della lunghezza di circa 70 metri fu così progettato e realizzato.
Fu scelto di collocarlo sul Colle Vaticano, data la sua prossimità e la particolare relazione geografica con il complesso di templi del Campidoglio situato sul Colle Capitolino ed in maniera che non inficiasse in alcuna maniera il ruolo primario dei templi degli antichi dei di Roma. Tuttavia, il sito presentava una serie notevole di problemi tanto dal punto di vista religioso quanto dal punto di vista ingegneristico. Prima di tutto, il Colle Vaticano rappresentava la più importante e sacra Necropoli di Roma. In secondo luogo, il suo suolo argilloso non forniva la necessaria stabilità per supportare un grande tempio romano in mattoni, pietra e marmo.
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LA CHIESA CATTOLICA – FONDAZIONE
La Chiesa Cattolica fu fondata nel 742 dai fratelli Pipino il Breve, Carlomanno e Winfred – figli di Carlo Martello – al Primo Concilio Ecumenico tenuto a Saint Denis, nella città di Parigi.
La formazione della Chiesa Cattolica ad opera dei profondamente religiosi Cavalieri Pipinidi – difensori tradizionali dei Re “Sangreal” Merovingi – fu inizialmente operata come risposta diretta alla scomunica della famiglia ad opera dell’Imperatore Cristiano Leone III nel 730, avvenuta in seguito al rifiuto di Carlo Martello stesso di abbandonare il regno Merovingio e divenire il Capo dello staff militare di Leone III nella difesa del Sacro Romano Impero Cristiano.
All’epoca di Carlo Martello, l’intera Civiltà Occidentale (incluso l’Impero Bizantino) era stata salvata da lui in quanto “Cavaliere dei Cavalieri” nella Battaglia di Tours del 732 avanti Cristo.
In termini pratici, l’editto di scomunica aveva un effetto limitato nel ridurre il potere di Carlo Martello. Egli rimase il leader dell’armata più professionale del tempo e non fu mai sconfitto in battaglia. Ma in termini personali, danneggiò profondamente una famiglia dotata del più profondo senso dell’onore. Legalmente, in seguito a tale decreto, Carlo Martello, in quanto soggetto a scomunica cristiana, non avrebbe potuto essere incoronato come Re Cristiano. Lo stesso discorso valeva per uno qualsiasi dei membri della sua famiglia, a meno che una forza pari o più grande rispetto a quella di Costantinopoli si manifestasse per neutralizzare l’effetto della scomunica stessa.
Nei tempi che seguirono la scomunica di Carlo Martello ad opera dell’Imperatore Leone III, nel 730, fu il Venerabile Beda, il Tutore Ufficiale dei Pipinidi, lo strumento essenziale per portare avanti l’idea di Carlo: quella di creare il più grande scriptorium sul continente europeo degli ultimi cinquecento anni, da collocare nell’Abbazia di Saint Denis nei pressi del Palazzo Gotico dei Pipinidi. Nel 731, quindi, lo stesso Beda fu nominato primo Abate di Saint Denis, una carica che andava ad aggiungersi ai suoi compiti di tutore.
La sede del potere della famiglia dei Pipinidi era il Palazzo di Saint Denis, a circa otto chilometri dal centro di Parigi – un palazzo magnifico e la prima costruzione Gotica della Storia. Il sito fu successivamente riconosciuto come sede della tomba di Saint Denis (“Dionysus”). Questo fuorviante mito storico non è in realtà più recente del XIV secolo. Non è poi neanche rispondente a verità il fatto che rappresentasse il sito in cui erano collocate le tombe Reali dei Merovingi prima dell’VIII Secolo – la maggior parte di queste, infatti, furono spostate lì solo dopo che il palazzo Reale Carolingio fu massicciamente rinnovato per divenire la prima Cattedrale della Chiesa Cattolica a partire dal 742 dopo Cristo.
Il primo compito che Carlo Martello affidò al Venerabile Beda fu comunque quello di organizzare, in collaborazione con gli studiosi raccoltisi intorno a lui, una nuova lingua “comune” per il Regno Franco. Questa lingua sarebbe stata chiamata Anglaise o “Inglese” e mirava a liberarsi delle pastoie dei Sacri Romani Imperatori di Costantinopoli e dal loro Latino e Greco. In secondo luogo, Carlo voleva che il suo popolo potesse ascoltare le parole della Bibbia Cristiana nella nuova lingua comune.
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IL CULTO ROMANO (CATTOLICO) – FONDAZIONE
Il Culto Romano, anche conosciuto come Culto Cattolico Romano del Vaticano, fu fondato ufficialmente per la prima volta nel 1057 dal capo degli Alti Sacerdoti del Culto della Magna Mater (Cibele), conosciuto con il nome di Gregorio VII.
Il Culto Romano non ha mai rappresentato la leadership legittima della Chiesa Cattolica. Tuttavia, tramite una campagna continua e costante indirizzata a consolidare il proprio potere, questo gruppo relativamente ristretto di individui controlla oggi il destino di più di un miliardo di fedeli Cristiani e di Cristiani rispettosi dell’etica Cattolica, i quali, ad oggi, restano convinti della effettiva legittimità del Culto Romano stesso.
Un Culto sanguinario e brutale – che implica il sacrificio umano, la pratica di bruciare sul rogo le vittime (avviata già a partire dall’XI secolo), l’adorazione delle forze oscure ispirate alla Magna Mater ed il più rigoroso celibato del clero di livello più basso – e che utilizza come centro di potere l’enorme Phrygianum collocato sul Colle Vaticano già a partire dal II secolo avanti Cristo.
E’ a partire dal I secolo dopo Cristo che il suo Alto Sacerdote, una posizione ereditaria controllata da un pugno di antiche famiglie, reclamò per sè l’antico e Pre-Repubblicano titolo di Pontifex Maximus dopo che gli Imperatori Romani assunsero su di sè la carica di Alto Sacerdote del culto statale della Magna Mater (Cibele).
Custodendo gelosamente il loro passato e la loro eredità pagana, oltre che il diritto a sacrificare esseri umani alle divinità oscure legate al culto di Cibele che essi in realtà adorano, queste antiche famiglie furono più di una volta bandite dalla città di Roma subendo anche l’onta della chiusura del loro tempio principale collocato sul Vaticano.
Tuttavia, durante i tumultuosi periodi della storia Romana e dopo il collasso di Roma come centro dell’Impero, gli Alti Sacerdoti pagani assunsero più di una volta il ruolo di leader della comunità di Roma ed in più di un periodo ritornarono apertamente alle loro antiche pratiche di sacrificio di bambini, cannibalismo ed adorazione delle forze oscure associate alla Magna Mater tanto nel periodo che va dal 590 al 752, quanto in quello che va dall’847 all’872 ed infine in quello che va dall’896 al 1057.
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MARIA – ORIGINI
Maria (Giudeo-Aramaico: מרים, Maryam; Ebraico: Miriam; Greco: ּבסיבì or ּבסיב; Arabo: Maryam, e chiamata fin dal periodo Medievale Madonna (Mia Signora).
I Cristiani generalmente ritengono che ella fosse vergine al momento del concepimento ed almeno sino alla nascita di Gesù. I Cattolici Romani, gli Ortodossi d’Oriente e le numerose Chiese Orientali Orientali Ortodosse così come alcune denominazioni delle Chiese Protestanti continuano a ritenere che Maria sia restata vergine per tutta la sua vita denunciando e condannando i primi resoconti cristiani che riportavano come fatto storico che ella avesse dato alla luce altri figli.
Come risultato, Giacomo, conosciuto fino al Sesto secolo dopo Cristo come il fratello di Gesù e come il suo legittimo successore viene raramente menzionato dalla Chiesa Cattolica, tranne che come figlio presumibilmente avuto da Giuseppe con una seconda famiglia, o come “cugino” in qualche maniera di Gesù stesso.
Il concepimenro di suo figlio Gesù si ritiene sia stato un atto dello Spirito Santo, atto a completare la profezia di Isaia in base alla quale una vergine (o giovane donna) avrebbe dato alla luce un figlio che sarebbe stato chiamato Emanuele (Immanuel – “Dio con noi”).
La Chiesa Cattolica Romana, la Chiesa Cattolica Orientale, e le Chiese Ortodosse Orientali la venerano come la Sempre Vergine Madre di Dio (Theotokos), particolarmente favorita dalla Grazia di Dio (i Cattolici ritengono inoltre che ella fu concepita senza peccato originale) e che completata la sua esistenza terrena, ella sia fisicamente ascesa al Cielo ed in Paradiso.
I titoli più frequenti di Maria includono La Beata Vergine Maria (anche abbreviata “BVM”), Nostra Signora (Notre Dame, Nuestra Senora, Nossa Senhora, Madonna), Madre di Dio e Regina dei Cieli (Regina Coeli) (per il resto verificare le sue attribuzioni nella Litania della Beata Vergine Maria o “Litania Lauretana”).
COME PERSONIFICAZIONE DI CIBELE
Nel Culto Cattolico Romano, la devozione a Maria, in particolare sotto la denominazione “Regina dei Cieli” è un riferimento diretto a Cibele. In questo senso, i fedeli non adorano la Maria descritta nella storia cristiana, ma la Dea Madre del Colle Vaticano.
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MARI – ORIGINE
Mari, Mari Urraca, Anbotoko Mari (“la Signora di Anboto) e la parzialmente distinta Murumendiko Dama (“la Signora di Murumendi”) era una dea – una cosiddetta Lamia – dei popoli Baschi. Suo compagno era il dio Sugaar, detto anche Sugoi o Majue.
Una serie di leggende ricollegano i suoi poteri alle forze metereologiche: si diceva che quando lei e Majue viaggiavano insieme sarebbe caduta la grandine, e che la sua dipartita dalla caverna in cui risiedeva sarebbe stata accompagnata da tempeste o da carestie, ed inoltre che la collocazione geografica della caverna in cui risiedeva al momento avrebbe determinato la qualità del clima, in particolare se asciutto o umido: umido nel periodo in cui viveva ad Anboto, asciutto quando risiedeva altrove (i dettagli geografici, in questo caso, variano). Altri luoghi in cui si riteneva si rifugiasse includono l’abisso di Murumendi, la caverna di Gurutzegorri (Ataun), Aitzkorri e Aralar, sebbene non sia sempre possibile essere certi di quali leggende dei Baschi si riferissero esattamente a questa fondamentale Lamia.
Mari era associata a numerose forze della natura, inclusi il fulmine ed il vento. Come personificazione della Terra, la sua adorazione era associata alla figura di un’altra Lamia, Lurbira. Il compagno di Mari era Majue, mentre tra i loro figli erano inclusi gli spiriti benigni Atarrabi e gli spiriti maligni Mikelats
Mari era in particolare ritenuta la protettrice dei senatori e del ramo esecutivo del potere. Veniva anche rappresentata come colei che conduceva un carro trainato da cavalli ed arieti attraverso i cieli. I suoi idoli avevano solitamente la caratteristica di riportare una Luna Piena dietro la testa.
Mari viene anche descritta come la “Donna in rosso”. Ella veniva anche descritta come la “Donna del fuoco”, la “Donna-albero” e come il fulmine. Era inoltre associata a tutti gli animali di colore rosso o rossastro (mucca, ariete e cavallo) e con il capro nero.
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FRANCESCO D’ASSISI – INFORMAZIONI GENERALI
Giovanni Bernandone Morosini (Moriconi) (alias Francesco d’Assisi, alias Marino Morosini) era nato a Parigi come uno dei numerosi bambini avuti dal potente banchiere/commerciante Ebreo Sefardita Veneziano Pietro Bernandone Morosini (Moriconi) dalla nobildonna Francese Pica di Bourlemont.
Il nome “Francesco” è un nomignolo (o soprannome), non essendo mai stato il suo vero nome – lo indica infatti semplicemente come il “francese”, per il fatto di essere nato a Parigi. Allo stesso modo, “Assisi” è una deliberata corruzione dell’antico nome della località di Ascesi, e stava ad indicare, riferita a lui, “colui che è asceso”. Quindi, il soprannome completo “Francesco d’Assisi” può essere reso con maggiore proprietà come “il Francese che è asceso al Cielo”.
Al contrario di quanto viene affermato dalla storia ufficiale, i Veneziani non avevano avuto sino ad allora alcuna ragione per convertirsi al Cristianesimo, di conseguenza Giovanni era quasi certamente di religione Ebraica. A partire dalla fine del Dodicesimo secolo, l’impero bancario e commerciale della famiglia Morosini, fondato sul commercio della lana, di tessuti pregiati, del sale e delle granaglie, si estendeva dall’Inghilterra a Costantinopoli. Tuttavia, gli eventi che condussero al Trattato di Venezia ed all’espulsione dei Veneziani dalla Francia nel 1182 e dall’Impero Bizantino nello stesso anno, inflissero un durissimo colpo alle fortune della famiglia.
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LA SANTA SEDE – INFORMAZIONI GENERALI
La Sedes Sacrorum (dal Latino “Sedes”: seggio, sede; e “Sacrorum”: sacra, santa) anche conosciuta come Santa Sede ed SS, così come conosciuta in Inglese come “Holy See”, rappresenta il complesso apparato legale e giuridico tramite il quale il Papa Cattolico Romano e la sua Curia di Vescovi reclamano il riconoscimento storico di entità sovrana con superiori diritti giuridici e legali.
La Chiesa Cattolica utilizza infatti due diverse personalità giuridiche tramite le quali conduce i suoi affari e rapporti internazionali: la prima, in qualità di stato internazionale, conosciuto come Stato della Città del Vaticano, nell’ambito del quale il Papa è anche Capo del Governo; la seconda, è in qualità di suprema personalità giuridica rispetto a tutte le altre personalità giuridiche esistenti, pretendendo, su tale base, che tutte le creature e le proprietà del Pianeta vengano qualificate come soggette alla sua autorità.
La forza giuridica della sua prima personalità giuridica di Stato Internazionale è limitata dalla Legge Internazionale. Lo Stato Sovrano della Città del Vaticano dipende infatti dal riconoscimento continuato di un accordo conosciuto come i “Patti Lateranensi” firmati dal Dittatore Fascista Cattolico Benito Mussolini nel 1929 e dal suo supporter politico, Papa Pio XI. E’ da ricordare che tale riconoscimento resta in contrasto con le vigenti leggi internazionali che proibiscono il riconoscimento intenazionale degli Stati e delle leggi create da dittatori macchiatisi di genocidi di massa.
La forza legale della seconda personalità giuridica della Chiesa Cattolica come Santa Sede è dipendente dall’aderenza continuata a statuti legali, definizioni, convenzioni e patti accumulatisi sin dal Medioevo e concernenti il primato del Papa rispetto a tutte le proprietà e le creature esistenti sul pianeta Terra. Tali statuti, convenzioni e patti restano la sostanza ed il fondamento del moderno sistema legale e giuridico in numerosi paesi del mondo.
Per estendere la sua forza legale utilizzando tale seconda personalità giuridica la Chiesa Cattolica considera ogni regione del Mondo controllata da un vescovo una Sede.
ORIGINE DEL TERMINE SEDE
Il Culto Romano che controlla la Chiesa Cattolica ritiene che la prima persona ad utilizzare il termine Santa Sede sia stato San Pietro. Ciò è ovviamente impossibile dato che l’etimologia della parola “Sede” (Sedes) ed il significato ad essa attribuito non vennero ad esistenza che numerosi secoli dopo l’esecuzione di San Pietro stesso all’esterno delle mura di Gerusalemme durante l’assedio del 70 dopo Cristo.
Il primo utilizzo del termine Sede risale invece al suo utilizzo informale in riferimento alla creazione del cosiddetto “Seggio di San Pietro”, creato dai monaci dell’Abbazia di Saint Denis, a Parigi, per conto di Pipino il Breve, intorno al 748 dopo Cristo, in previsione della sua futura incoronazione e per la costituzione della prova stessa della legittima autorità di Pipino nella creazione della sua Chiesa Cattolica. Il termine deriva dall’antico francese Sied o Sed che, a sua volta, deriva dal termine Latino Sedem (nominativo Sedes), indicante “seggio, sede” o anche l’oggetto utilizzato per mettersi “a sedere”. Il termine formale per il seggio era – ed è ancora – Cathedra Petri – letteralmente “Seggio di San Pietro”.
Quando il seggio fu creato a Saint Denis, esso avrebbe dovuto avere il compito di rafforzare il concetto di sede o “seggio” di potere per il Vicarius Christi, e ciò in diretta opposizione al Primate e Patriarca di Costantinopoli che reclamava a sua volta di rappresentare la sede o il seggio più importante della cristianità.
La finzione legale conosciuta come Ex Cathedra (letteralmente “dal Seggio… di San Pietro) implicante l’infallibilità papale non era l’intenzione originale nel momento in cui fu creata la contraffazione, al contrario, il concetto di infallibilità papale, soprattutto in riferimento alla lotta alle eresie, non apparve che molto più tardi.
Non è neanche rispondente a verità il fatto che i Patriarchi Imperiali Cristiani abbiano mai utilizzato il termine Sede o Seggio fino al momento in cui fu creata la Chiesa Cattolica ad opera di Carlo Martello e dei suoi figli.
L’opera contraffatta, inoltre, non finì subito a Roma ma restò nella Chiesa Madre della Chiesa Cattolica a Saint Denis, dove venne utilizzata come seggio per l’incoronazione di Re Pipino il Breve nel 751. Il Seggio fu portato da Pipino stesso in Italia solo nel 752 – come dono per l’incoronazione del nuovo Vicarius Christi nel 757 – la prima volta nella storia in cui un “Papa” si sia seduto su un seggio che reclamava determinati attributi.
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VENEZIA – INFORMAZIONI GENERALI
Venezia - una città collocata nei pressi del versante nord-orientale delle paludi situate sul delta del fiume Po nell’area nord-adriatica – fu fondata nel 532 dalle famiglie nobili Ebree Sefardite Sarmate in cerca di rifugio dall’Impero Bizantino e dal crimine capitale imposto dall’Imperatore Giustiniano sulla pratica dell’antica religione Sarmatica (adorazione demoniaca e sacrificio umano tramite il fuoco) come crimine capitale.
Il termine Venezia deriva dal Latino Veneti, l’equivalente del Greco Etenoi, ovvero i “Beneamati, i Prescelti”. Ed è lo stesso titolo di cui si ritenevano portatori i Sarmati, i quali ritenevano di essere l’unica razza “prescelta da Dio” rispetto alle altre, destinate ad essere consumate dal fuoco e dalla miseria.
Tale titolo divenne il loro non ufficiale grido di resistenza contro i Bizantini rispetto alla ricerca da parte di questi ultimi di nuove colonie in Spagna e nel Nord dell’Adriatico.
LA VENEZIA ANTICA – UN FAMOSO STATO EBRAICO
Prima che fossero elaborate una serie di revisioni per nascondere quelli che erano in passato indiscutibili fatti storici, Venezia era conosciuta come il più famosso Stato Ebraico del Medioevo. Dopo che la Septimania (in Spagna) fu occupata dal Califfato Omayyade nel VII secolo, Venezia divenne in effetti l’ultimo Stato puramente Ebraico della storia sino alla formazione di Israele nel 1948.
A distanza di 150 anni dal loro esilio forzato da Sarmara, i coloni Etenoi (Veneti) avevano tuttavia già firmato un nuovo patto commerciale con i Bizantini che permetteva agli Stati fondati sul commercio di Septimania – in Spagna – dell’Egitto e di Venezia di spostare i loro vascelli oltre Costantinopoli verso Sarmara, la capitale dei Kazari sul mar Nero.
Nel periodo della formazione della Chiesa Cattolica, e della successiva invasione di Roma da parte delle forze Cattoliche, e quindi più tardi con l’emersione della Dinastia Abbaside Islamica dei Kazari, nell’area a ridosso del Caucaso,Venezia divenne una alleata chiave di Costantinopoli.
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L’ANTIPAPA ONORIO III – INFORMAZIONI GENERALI
Nato come Cencio Savelli nell’ambito dalla “onnipotente” famiglia Savelli, sotto il Papato di Clemente III (1187 – 1191) e di Papa Celestino III (1191 – 1198), ricopriva la carica di tesoriere della Santa Chiesa Romana, per poi divenire Cancelliere della stessa tra il 1194 ed il 1198.
Nel 1197, egli fu nominato tutore del futuro Imperatore Federico II, che era stato posto a guardia del Papa Innocenzo III (1198 – 1216) dalla Imperatrice vedova Costanza.
Egli fu elevato alla carica di Cardinale prima del 13 Marzo del 1198, data in cui ottenne il Titulus dell’Incarico Titolare di San Giovanni e Paolo.
Alla morte di Papa Innocenzo, le fazioni che si davano battaglia per la carica Papale erano capeggiate dai Cardinali Ugolino da Ostia (che successivamente divenne Papa Gregorio IX) e da Guido da Praeneste, e, per risolvere le controversie, venne scelto di conferire l’incarico a Cencio come una soluzione compromissoria. Egli fu quindi consacrato a Perugia il 24 Luglio ed incoronato a Roma il 31 Agosto, prendendo possesso del Laterano il 3 Settembre del 1216.
Onorio III è il Papa che riconobbe, dall’alto della sua carica, l’Ordine Dominicano nel 1216 e quello Francescano nel 1223. Egli approvò, in particolare, la Regola di San Domenico nella sua Bolla Papale Religiosam Vitam , datata 22 Dicembre 1216, e quella di San Francesco nella Bolla Papale Solet Annuere del 29 Novembre del 1223 .
Durante il suo Pontificato numerosi ordini terziari vennero inoltre ad esistenza. Egli approvò infatti l’Ordine dei Fratelli Francescani e delle Sorelle della Regola di Penitenza con la Bolla Papale Memoriale Propositi. Il 30 Gennaio del 1226 approvò l’Ordine Carmelitano nella sua Bolla Ut Vivendi Normam. Approvò infine la congregazione religiosa “Vals des Ecoliers” (Vallis Scholaris, la Valle degli Studiosi), che era stata fondata da quattro pii professori dell’Università di Parigi.
Uno dei più importanti degli scritti da lui commissionati fu inoltre il Liber Censuum Romanae Ecclesiae che rappresenta la più importante fonte per rintracciare le posizioni medievali della Chiesa riguardo le proprietà ad essa facenti capo ed in parte opera anche in continuità con quella frode di gran successo che è il Liber Pontificalis nello stabilire la leggenda mitica della successione apostolica.
Ma senza alcun dubbio, il suo contributo più noto e raffinato resta senz’altro il più noto dei Libri di Magia Nera mai scritti, ovvero Il Grimoire di Onorio il Grande, in particolare concentrato sulle modalità per la conduzione del sacrificio umano e finalizzato essenzialmente a porre in essere ed affermare il concetto odierno di stregoneria, contemporaneamente fornendo la possibilità di eseguire sacrifici umani ad opera degli ordini religiosi da lui stesso posti in essere, sulla base della colpa legata all’aver condotto attività di stregoneria.
Onorio morì nel Marzo del 1227, a lui successe Papa Gregorio IX.
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IL CULTO SATANICO VENEZIANO
Il Culto Satanico Veneziano fu fondato dall’Antipapa Innocenzo III intorno all’anno 1198 durante il suo regno in qualità di AntiPapa e capo supremo del Culto Romano.
Al contrario dei precedenti membri del Culto Romano, Innocenzo III non era un adoratore della Magna Mater (Cibele) e delle antiche divinità oscure della tradizione Vaticana. Al contrario, Innocenzo III introdusse elementi di una religione per molti versi completamente nuova e fondata sulle antiche ed esoteriche conoscenze degli Alti Sacerdoti Sadducei che avevano retto gli antichi templi di Baalbek e di Gerusalemme già 1800 anni prima.
In luogo dell’adorazione di Cibele, i membri del Culto Satanico Veneziano adoravano ed adorano Moloch ed i demoni del mondo ctonio (sotterraneo o infernale).
In particolare, fu il figlio di Innocenzo III, l’AntiPapa Onorio III ad essere strumentale nell’introdurre una liturgia completamente nuova, principalmente tramite il suo “Grand Grimoire” – il primo vero e proprio libro di Stregoneria della Filosofia Occidentale. In effetti, Onorio rappresenta, a pieno titolo, il padre tanto della Stregoneria, quanto dell’odierna Wicca così come della stessa Inquisizione.
Prima della liturgia messa a punto da Onorio e la creazione dell’Inquisizione, in Europa non si era mai sentito parlare di streghe, stregoneria o di qualsiasi concetto alieno riferito alla dannazione delle anime. L’Inquisizione fu inoltre brillantemente concepita per “educare” le persone alle arti nere, alle forze demoniache, ai pentagrammi ed a numerosi altri simboli contemporaneamente pretendendo di combattere e perseguire le cosiddette “streghe”.
BACKGROUND
A partire dal 360 dopo Cristo, e fino al 532, lo Stato Sarmata di Palestina aveva raggiunto un tale potere ed una tale ricchezza da riuscire a governare e controllare le terre originariamente occupate dagli antichi Regni Ebraici ed i suoi leader proclamavano sè stessi Re di Israele.
A partire dalla morte del carismatico Baba Rabba, nel Quarto Secolo dopo Cristo, le varie famiglie nobili Ebraiche di Stati quali Himyarites (Yemen), Nabatea (Arabia) e Sarmara erano talmente cresciuti in influenza che il più grande di questi Stati, ovvero Sarmara, era divenuto uno degli Stati più ricchi dell’antichità così come la patria di centinaia di migliaia di persone.
L’antica adorazione delle forze oscure – e di Ba’al Moloch in particolare – che caratterizzava la religione Sarmata si era ampiamente diffusa nella regione, ed ora includeva le nuove dottrine fissate grazie a Baba Rabba, ovvero, tra le altre, l’uso della Kippa ed i rituali di devozione quotidiana diretta verso il tempio sul Monte Gerezim.
In ogni caso, tra le più “perverse” innovazioni religiose introdotte da Baba Rabba vi era senza dubbio l’esecuzione pubblica tramite il fuoco – la condanna al rogo, in pratica – di innocenti Ebrei non Sarmati che rifiutavano di convertirsi e di adorare le divinità demoniache degli stessi Ebrei Sarmati. Centinaia di migliaia di persone furono uccise in questa maniera in quell’area. Quando Giustiniano venne proclamato Imperatore nel 527, uno dei suoi primi atti fu quello di proclamare la religione dei Sarmati un crimine capitale punibile con la morte. Fu tale atto, più di qualunque altro, a spingere sempre più le famigli nobili Sarmate a spostare le proprie residenze ed i propri centri di influenza verso la parte Occidentale del Mediterraneo, in particolare durante il regno dell’Alto Sacerdote-Re Julianus Ben-Sabar.
Lo Stato Sarmata e la sua stessa cultura fu infine devastata dall’Imperatore Giustiniano I nel periodo compreso tra il 531 ed il 532 dopo Cristo, così come fu distrutto, in quello stesso periodo, e per l’ultima volta, il fondamentale tempio sacro del Monte Gerezim. Al termine della brutale campagna di Giustiniano, temendo la nuova legge imperiale, nessun componente della famiglie nobili e sacerdotali Sarmate rimase nella propria madrepatria, un evento che rischiò di determinare la quasi estinzione del Culto Sarmata tanto come “religione” ufficiale quanto addirittura come cultura – nonostante la sopravvivenza di alcune migliaia dei componenti di tali famiglie nobili e sacerdotali.
I Samaritani si spostarono quindi, per sfuggire alla minaccia derivante dal potere detenuto in Oriente dal Sacro Romano Impero, in parte nelle zone più Occidentali del Mediterraneo ed in parte a Nord e nell’area interna delle montagne del Caucaso, dove vennero più tardi conosciuti come i Kazari. In particolare, le più importanti delle famiglie nobili delle linee di sangue degli Alti Sacerdoti si stabilirono nelle aree paludose collocate sugli estuari del Po e dell’Adige nell’Adriatico Settentrionale, mentre un’altra grande colonia si trasferì sulla costa dell’Armorica meridionale nei pressi della Baia di Morbihan in Gallia (una regione che oggi si trova nell’Odierna Spagna).
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FONDAZIONE
I Gesuiti furono fondati in origine come La Compagnia di Gesù il 15 Agosto del 1534, il giorno dell’ “Assunzione”, nel corso di una cerimonia segreta tenuta nella cripta della Cappella di San Dionigi da Ignazio di Loyola (nome completo ֽסigo Lףpez de Loyola), Francisco Xavier, Alfonso Salmeron, Diego Lainez, e Nicolבs Bobadilla tutti provenienti dalla Spagna, Peter Faber dalla Savoia, in Francia, e Simדo Rodrigues dal Portogallo.
La sua costituzione fu approvata da Francesco Borgia, un componente della famigerata famiglia “Borgia”, noti anche come Borja/Borgia, Duca di Grandia, nipote di papa Alessandro VI e patrocinatore di Ignazio di Loyola. Francesco Borgia fu il principale finanziatore ed architetto della progressiva trasformazione dei Gesuiti nel primo ordine di monaci dalle caratteristiche espressamente militari nell’ambito della Chiesa Cattolica. Fu anche promotore dell’emanazione della Bolla papale “Regimini militantis” (27 settembre 1540), ad opera dello strettissimo sodale della famiglia Borgia, Alessandro Farnese, Papa Paolo III, che per primo concesse ai Gesuiti lo status ufficiale di ordine.
Ignazio di Loyola fu notato per la prima volta dal giovane Duca di Grandia già nel 1529, quando fu arrestato nuovamente dall’Inquisizione in relazione a pratiche estreme di devozione religiosa. Borgia notò del potenziale nella devozione fondata sull’estremismo di carattere militare predicata da Ignazio di Loyola, e nella sua volontà di istituire un ordine di monaci militari. Fu il giovane Borgia che salvò la vita di Ignazio dall’Inquisizione.
Alla morte di Ignazio nel 1557, avrebbe dovuto essere Francesco Borgia a garantirsi la nomina di secondo Superiore Generale. Tuttavia, le sue ambizioni furono ostacolate in primo luogo dall’arci-nemico Giovanni Pietro Carafa, ovvero Papa Paolo IV (1555-1559). Papa Carafa era sempre stato uno dei più grandi avversari di Papa Alessandro VI Borgia e prontamente nominò Diego Laynez (Jaime Lainez) come Superiore Generale.
Papa Paolo IV morì nell’agosto del 1559 e ad egli successe Giovanni Angelo de’ Medici (Papa Pio IV). In entrambi i casi, il Superiore Generale dei Gesuiti Diego Laynez si allineò fedelmente alle condotte del pontefice, dimostrandosi praticamente intoccabile.
Tuttavia, quando Papa Pio IV torturò e uccise Benedetto Accolti e altri membri delle famiglie papali successivamente a quello che venne definito un complotto ai suoi danni non coronato da successo, il Cardinale Borgia agì e Pio IV fu avvelenato e ucciso il 9 dicembre 1565. A pochi giorni di distanza, il Superiore Generale Diego Laynez subì la stessa sorte e immediatamente dopo il Cardinale Francesco Borgia fu eletto all’unanimità terzo Superiore Generale.
CARATTERISTICHE UNICHE DELL’ORDINE DEI GESUITI
Borgia rafforzò i già notevoli poteri del Superiore Generale dei Gesuiti, rendendo il potere del proprio ordine superiore a quello di qualsiasi altro nella storia della Chiesa Cattolica.
Anche se in termini tecnici erano da considerare dei monaci, la Costituzione dell’Ordine era unica nel suo genere in quanto esentava i sacerdoti dell’ordine dalla regola della clausura. Al contrario, i monaci Gesuiti erano incoraggiati ad agire “nel mondo”. Soltanto ai sacerdoti Domenicani, che all’epoca operavano come i torturatori a capo dell’Inquisizione della Chiesa Cattolica, erano state in precedenza concesse simili libertà.
Tuttavia, la Costituzione Gesuita, sin dall’inizio, andò ben oltre, in quanto consentì e addirittura incoraggiò i sacerdoti a non indossare l’abito (l’abito tradizionale del monaco), in maniera tale che fosse più semplice per loro “fondersi” con il mondo.
Borgia si garantì inoltre una Bolla, ad opera di Papa Paolo III nel 1545, che permise ai Gesuiti di predicare, confessare, dispensare i sacramenti e di recitare messa, senza dover fare riferimento a un vescovo – collocandosi quindi con efficacia all’esterno del controllo del clero regionale.
Inoltre, Borgia modificò ulteriormente la Costituzione dell’Ordine Militare dei Gesuiti quando riuscì a permettere il conferimento di una tale quantità di poteri a vantaggio della carica di Superiore Generale dei Gesuiti, da rendere quest’ultimo secondo in termini di influenza solo al Papa. In base alla stessa Costituzione dell’Ordine, a partire dal 1565 (quella che rimane in vigore anche oggi), il Superiore Generale può assolvere i sacerdoti e le nuove reclute da tutti i loro peccati, anche dal peccato di eresia, di scisma e di falsificazione di scritti apostolici. Inoltre, al Superiore Generale, dai tempi di Borgia in avanti, fu attribuito il potere “ufficiale”, in base alla Bolla Papale e alle norme in essa contenute, di annullare sentenze di scomunica, di sospensione o di interdizione, e anche di assolvere sacerdoti Gesuiti colpevoli di omicidio e di bigamia.
Ma uno dei successi più sorprendenti del Superiore Generale Borgia si verificò nell’anno della sua morte, quando garantì al suo ordine, sotto il pontificato di Papa Gregorio XIII nel 1572, il diritto per i Gesuiti di condurre affari nel settore commerciale e in quello bancario – un diritto che non era stato concesso a nessun ordine religioso della Chiesa Cattolica sin dai tempi dei Cavalieri Templari, quattrocento anni prima.
In effetti, sono appunto queste norme contenute nella Costituzione dell’Ordine dei Gesuiti che hanno portato ad attribuire al Superiore Generale il nomignolo di Papa Nero.
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ORIGINI DELL’ORO
Oro, il dio dei Cesari Romani in opposizione al Divino Creatore come riportato nel Nuovo Testamento; il falso dio degli Israeliti (vitello d’oro) in opposizione a Yah; il falso dio dei MenesHeh in opposizione a Sabaoth (Satana); il significato ultimo della ‘G’ nella Massoneria; lo strumento di dannazione all’interno del quale le ‘anime salvate’ grazie all’opera delle banche e dei tribunali condannano i nostri spiriti a partire dal 1543; il devastatore delle civiltà e la causa delle grandi depressioni in qualità di moneta ‘legale’; lo strumento tramite il quale si rendono effettivi gli incantesimi e la follia.
Nessuno strumento ha causato così tante sofferenze, così tante guerre e così tanto dolore. Nessun altro materiale è stato associato a maledizioni tanto numerose. Nessun altro oggetto si è dimostrato materiale tanto pessimo per garantirsi moneta ‘legale’ in relazione all’inconfutabile prova legata al suo utilizzo ad opera di banchieri e mercanti per defraudare, usurpare e far collassare imperi. Eppure, nonostante tutti questi precedenti, incluse le più numerose raccomandazioni ad esso dedicate nelle scritture rispetto a qualunque altro materiale, e ciò con riferimento a più fedi di qualunque altra sostanza, l’oro resta un materiale adorato da centinaia di milioni di persone, soprattutto Cristiani, in assoluta contraddizione e in spregio della loro stessa fede.
Nonostante la sua adorazione, nonostante l’inconfutabile prova storica relativa al pericolo da esso rappresentato, coloro che promuovono l’utilizzo dell’oro, soprattutto come moneta ‘legale’, raramente considerano quella che è stata la sua vera storia, il suo quasi esclusivo ‘possessore’, ed il suo principale lascito nel corso di duemila anni, quale devastatore di culture, e portatore di maledizioni e disgrazie ai danni di coloro i quali da quest’ultimo sono stati incantati. E’ per questa ragione che noi investigheremo la maniera in cui un simile strumento abbia acquisito un potere materiale e simbolico tanto maligno.
LE ORIGINI RELIGIOSE DELL’ORO
Nonostante tale fatto sia stato cancellato dai libri di storia, le prime miniere d’oro di cui si abbia testimonianza e i primi lavori orafi di carattere artigianale si svilupparono in Irlanda – la fonte di gran parte dell’oro nella fase iniziale e centrale dell’Età del Bronzo. L’Irlanda e soprattutto la prima classe sacerdotale della Civiltà Occidentale, i Cuilliaèan o ‘Holly’ (agrifoglio, I-LEX, holy=sacro), che rappresentano inoltre la fonte e la matrice stessa dell’originario utilizzo in senso religioso dell’oro.
Dato che i Cuilliaèan (Classe Sacerdotale Druidica) esportarono le conoscenze relative al mondo spirituale fino ai più sperduti angoli del mondo a partire dal V secolo AC in avanti, alla stessa maniera anche i loro artefatti in oro vennero considerati come depositari di poteri sovrannaturali. Uno dei più sublimi esempi di lavoro orafo spirituale ad opera dei Cuilliaèan, ancora preservato, è rappresentato dai cappelli da ‘Mago’ (Wizard) o da Vizir (uno di questi è conosciuto come il Cappello d’Oro di Berlino – Berlin Gold Hat) sul quale erano riportate le fasi lunari in estremo dettaglio oltre ad informazioni di carattere astronomico.
LE ORIGINI DELLE MALEDIZIONI ASSOCIATE ALL’ORO
Ai tempi dei Re Hyksos dell’Egitto, esiliati dalla loro un tempo riconquistata Ebla e loro stessi connessi tanto all’Irlanda quanto all’antico lignaggio dei Re-Sacerdoti di Ebla, l’oro come mediatore di carattere sacro assunse un’importanza ancora maggiore. Tuttavia, successivamente all’avvenuta sconfitta dell’ultimo Faraone assoluto Hyksos Akhenaten ad opera dei pirati delle paludi del Delta del Nilo, i Menes, questi ultimi presero il potere come la dinastia dei Ramsete e diedero il via ad una progressiva dissipazione ed all’abuso delle enormi ricchezze dell’Egitto, determinando ulteriori difficoltà e danni economici.
Seti, il figlio di Ramsete I, fu protagonista della cattura delle più importanti famiglie che in precedenza dominavano la corte di Akhenaten da Ugarit, e agì per riportarle in Egitto in schiavitù e più non come membri di livello elevato della corte. In ogni caso, ai tempi di Ramsete II, a partire dal 1260 AC, questi esseri ‘sovrannaturali’ che erano sopravvissuti alle piaghe d’Egitto furono obbligati a rubare dalle tombe dei loro precedenti signori, profanando i loro stessi antenati per fondere lo splendido oro degli Hyksos e pagare le stravaganze dei pirati Menes.
Quindi, la maledizione dell’oro cominciò con migliaia di piccoli ‘lingotti’ (bars) che furono coniati come la prima ‘moneta legale’, tutti intrisi di migliaia di maledizioni associate alla profanazione dei Cuilliaèan (Sacri-Holy) Re Hyksos. Da questo punto in avanti, i seguaci di Akhenaten, con la denominazione di Mosè, divennero noti come gli Israeliti o gli ‘impuri/maledetti’.
L’ADORAZIONE DELL’ORO COME UN VERO E PROPRIO DIO
A partire dalla progressiva infusione di milioni di maledizioni nell’oro utilizzato come strumento di ‘moneta legale’ ad opera dei pirati Menes di Ramsete, i quali ordinarono agli Israeliti di ‘fondere’ letteralmente la storia degli Hyksos, tre gruppi avevano assunto il dominio e il controllo dell’oro, ed uno soltanto tra questi si era effettivamente reso immune dalla maledizione dell’oro – i Cuilliaèan; mentre gli altri due gruppi erano costituiti dagli Israeliti e dai pirati che infestavano le paludi, ovvero i Menes (più tardi noti come MenesHeh – Manasse – tra i cui discendenti sono da annoverare i Kazari, i Veneziani, gli Askenaziti, i Sionisti).
Durante la cattività, ai tempi dei Faraoni pirati della dinastia dei Ramsete, gli Israeliti furono il primo gruppo che diede il via all’adorazione dell’oro come propria divinità, nella forma del ‘vitello d’oro’ in aperto rigetto di Yah e del Divino Creatore. Il vitello fu più tardi adottato come falso dio dai MenesHeh stessi.
Tale aperto rigetto in opposizione diretta al Divino Creatore – una sorta di maledizione invertita proclamata contro tutte le creazioni del Divino – trova il suo equivalente moderno nella ‘G’ della Massoneria, e nel più elevato riconoscimento, per coloro che hanno ottenuto lo status di illuminazione, di ‘Gewe’ che la G simboleggia con riferimento al dio dell’oro in qualità di maledizione e di odio viscerale nei confronti del Divino, del mondo e dell’armonia.
L’adorazione della G nella sua qualità di Simbolo Aureo della Massoneria, che rappresenta inoltre l’incarnazione stessa del Vitello d’Oro, è anche all’origine del Parassitismo (monetario) – una malattia mentale perpetuata tramite il manuale della malattia mentale, noto come Talmud, che continua ad infettare il mondo oggi e che spinge tramite incantesimi gli adoratori dell’oro a distruggere il mondo piuttosto che a salvarlo, a sacrificare le loro stesse famiglie per il loro ‘dio’ terreno.
L’ORIGINE DELLA “MONETA LEGALE” E IL DISTRUTTORE DEGLI IMPERI
Sebbene l’utilizzo dell’oro come valuta e veicolo di ricchezza risalga al tempo dei pirati Menes delle paludi, e quindi ai Faraoni Ramsete d’Egitto, la produzione di oro – e qualsiasi sua associazione con il concetto fittizio di debito – era sempre stata considerata pubblica fino agli eventi che ebbero luogo a Roma tra il 60 e il 62 AC. In effetti, le città stato della Grecia e numerose altre civiltà avevano coniato ed utilizzato monete d’oro come valuta per centinaia di anni in precedenza, lo stesso accadeva per le città della Lidia, senza che ciò causasse depressione economica. Il mutamento di prospettiva in termini storici è rappresentato da ciò che si verificò tra il 60 e il 62 AC a Roma, quando Giulio Cesare tentò di ‘acquistare’ il controllo dell’Impero Romano grazie all’appoggio dei pirati Menes, ormai mercanti e banchieri, che controllavano il tempio di Giunone. In cambio della ‘privatizzazione’ dell’emissione della moneta per conto di Roma, con il passaggio da un conio fondato su ‘metalli vili’ a quello fondato sull’oro, e in cambio della garanzia a favore di questi ultimi legata ad una loro esclusiva e perpetua produzione di moneta, essi furono d’accordo nel finanziare le sue campagne.
Quindi, in effetti, la fase che va dal 60 al 62 AC rappresenta il ‘punto zero’ nell’ottica della creazione di una moneta legale ad opera dei banchieri e mercanti Menes tramite l’acquisizione del controllo di quella che era stata l’emissione pubblica della moneta che veniva ora privatizzata, utilizzando l’oro come incantesimo e illusione. In appena due anni, l’intero Impero Romano fu soggetto ad una grave crisi finanziaria che portò alla guerra civile. Quindi, con la creazione della ‘moneta legale’ – grazie alla possibilità concessa ad una classe di pirati, storicamente privi di coscienza, etica o credo religioso, di controllare la moneta, servendosi dell’oro – l’Impero fu messo progressivamente in ginocchio. Il Tempio di Giunone fu denominato Tempio di Giunone Moneta, ed è all’origine del termine stesso ‘Moneta’ (Money).
L’utilizzo dell’oro come espediente per guadagnare successivamente il controllo e la privatizzazione dell’emissione della moneta è stato nel tempo consolidato da queste medesime famiglie, e da coloro che a queste sono succedute, ovvero i Kazari/Veneziani/Askenaziti (Nazi – Nasi), ed ha visto innumerevoli imperi imporsi e decadere, a partire da quello Spagnolo, per passare poi a quello Tedesco, Francese, Inglese, ed ora, molto presto, all’Impero Americano della Pax Americana, a partire dal 2011/2012 (se i loro piani non verranno contrastati).
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