Processo di Norimberga #e20
Processo di Norimberga
Il primo e più famoso di questi processi fu il Processo dei principali criminali di guerra davanti al Tribunale militare internazionale (IMT),
Legge numero 10 del Consiglio di Controllo dal Tribunale militare di Norimberga (NMT), e comprese anche il famoso Processo ai dottori.
Nella successiva Conferenza di Teheran, dal 28
novembre al 1º dicembre dello stesso anno, venne esteso il concetto di crimine
nazionale a un più ampio livello e superato il concetto della punibilità
nazionale.le tre principali potenze del
tempo di guerra Stati Uniti d'America, Unione Sovietica e Regno Unito, si
accordarono sul metodo per punire i responsabili dei crimini di guerra commessi e in seguito con la Francia
Ognuna delle quattro nazioni giudicanti fornì un giudice, un sostituto e i
procuratori.
VALIDITÀ DEL PROCESSO
Il metodo con il quale si è sviluppato il processo, nonché la scelta stessa
degli uomini chiamati a giudicare i crimini di guerra, è stato messo in dubbio
in più occasioni da alcune importanti personalità. Tra questi vi era il giurista
Hans Kelsen il quale, favorevole comunque allo svolgimento di un processo per
punire i crimini nazisti, sollevò perplessità in ordine alla composizione della
Corte:
Solo una corte
costituita da un trattato internazionale del quale non solo i vincitori ma anche
gli stati sconfitti siano parti contraenti non incontrerà quelle difficoltà con
cui dovrà confrontarsi una corte nazionale.»
Ancora, il Giudice Capo della Corte Suprema degli Stati Uniti Harlan Fiske Stone
definì il processo "una frode", asserendo che il rappresentante statunitense
della Pubblica Accusa, Robert Houghwout Jackson, non stava effettivamente
procedendo secondo i dettami della legge. Lo stesso Jackson, in una lettera
dell'ottobre 1945 al presidente Harry Truman, affermò riguardo agli Alleati:
«Hanno fatto o stanno facendo alcune delle cose per cui stiamo condannando i
Tedeschi. I Francesi stanno decisamente violando la Convenzione di Ginevra nel
trattamento dei prigionieri di guerra, tanto che il nostro comando sta
riprendendosi i prigionieri inviati a loro. Stiamo condannando il saccheggio e i
nostri Alleati lo stanno praticando. Diciamo che la guerra aggressiva è un
crimine e uno dei nostri alleati proclama la sovranità sui Paesi Baltici
basandosi su nessun diritto eccetto quello di conquista.»
A danneggiare ancora la credibilità del processo fu il fatto che il principale
giudice sovietico, Iola Nikitchenko, prese parte anni prima ai processi sommari
delle Grandi purghe. Uno dei capi d'accusa riguardava la firma del Patto
Molotov-Ribbentrop, giudicato come un progetto di guerra aggressiva, ma l'Unione
Sovietica non venne processata al pari della Germania per l'adesione al patto.
Inoltre, i processi vennero condotti in base a delle proprie regole di prova;
gli atti d'accusa vennero creati ex post facto e non erano basati sulle leggi di
nessuna nazione, la difesa tu quoque venne eliminata, e la motivazione
dell'intera assemblea fu la "giustizia dei vincitori".
Le imputazioni erano per:
Cospirazione per commettere crimini contro la pace.
Aver pianificato, iniziato e intrapreso delle guerre d'aggressione.
Aver commesso crimini di guerra.
Aver commesso crimini contro l'umanità.
La definizione di cosa costituisce un crimine di guerra venne successivamente
recepita nei Principi di Norimberga, un documento scaturito da lì a poco per
consolidare giuridicamente le norme introdotte in questi processi.
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Processo_di_Norimberga
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Massimo Ceccoli
Altra schifezza firmata Governo Conte:
“ARRIVANO I TECNICI
Ma veramente il governo ha affidato il "rilancio economico del paese" ad una task force "tecnica" guidata da un tal Vittorio Colao, noto manager plurimililionario che ha iniziato la sua carriera lavorando presso la banca d'affari Morgan Stanley e la società di consulenza McKinsey, per poi approdare ai vertici di RCS MediaGroup, uno dei principali cartelli mediatici dell'oligarchia italiana, e infine della multinazionale britannica Vodafone, dove si è distino per i suoi compensi da capogiro e di cui è stato CEO fino al 2018? Qualcuno mi può spiegare cosa ci sarebbe di "tecnico" nella "ripresa dei diversi settori delle attività sociali, economiche e produttive"? Pensiamo veramente che qualcuno col pedigree di Colao non esprima una precisa visione di società (che possiamo facilmente intuire)? Insomma, a forza di ripetere «meglio questo governo di un governo tecnico» alla fine i tecnici ce li ritroviamo al comando lo stesso, non solo per quello che riguarda tempi e modalità del lockdown, nella forma del fantomatico "comitato tecnico-scientifico" (cosa già di per sé alquanto discutibile) ma adesso addirittura incaricati di ricostruire la società del domani. Neanche nella peggiore delle distopie.”
Dalla bacheca di Thomas Fazi.
https://www.facebook.com/1459898589/posts/10216848360508872/__
《 Dottrina militare Responsabilità di comando Guerra Giusta Fragging Diritto internazionale umanitario (DIU) Prigioniero di guerra – ITALIA ALATA
https://italiaalata.wordpress.com/2020/04/14/dottrina-militare-responsabilita-di-comando-guerra-giusta-fragging-diritto-internazionale-umanitario-diu-prigioniero-di-guerra/ 》
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Mirella Panebianco
TROVATO SUL PROFILO DI UN ALTRO UTENTE DI FB.
DA LEGGERE ASSOLUTAMENTE…
E ricordatevi di #usciredicasa e #restaresvegli l'esercitazione è quasi finita…
Il processo di lobotomizzazione è quasi compiuto…
Come è stato possibile, mi chiedevo, per una nazione intera piegarsi alla volontà di un solo pazzo criminale?
Come era possibile, mi chiedevo studiando il processo di Norimberga, che dalle accuse per i crimini commessi contro l’umanità, i nazisti si difendessero asserendo, candidamente, di aver solo obbedito agli ordini?
Oggi lo capisco. Perché con i miei stessi occhi vedo l’inclinazione al conformismo e la spaventosa forgiabilità delle masse. La loro totale attitudine alla de-responsabilizzazione, all’abbandono della capacità critica, all’inerzia, alla pigrizia intellettuale. Costa troppa fatica porsi domande, andare a cercare fonti differenti, comparare dati, prendersi la responsabilità delle proprie scelte, vero? Meglio fare quello che ci dicono gli altri – o meglio, che ci impongono -, così se sbagliamo… in fondo la colpa non è nostra. Meglio rivestire il ruolo dei bravi soldatini, per poter poi rispondere dei propri errori con: “ho solo obbedito agli ordini”. Codardi.
Viviamo in uno Stato con un Capo del Governo eletto da nessuno dove i diritti costituzionali sono stati soppressi.
L’art. 16 della Costituzione garantisce la libertà di movimento. Soppresso. Soppresse anche le uscite negli spazi verdi in solitaria, senza alcuna esigenza reale. Perché, Signor Ministro? Perché voi italiani sieti degli imbecilli e non possiamo darvi alcuna fiducia. Così è.
La massa applaude.
L’art. 17 della Costituzione garantisce il diritto a riunirsi. Soppresso. Perché c’è un virus pericoloso, lo dicono i medici che contano. E chi sono i medici che contano, Signor Ministro? Quelli che decidiamo noi. E gli altri medici con pareri discordanti? Radiati.
La massa applaude.
L’art. 21 della Costituzione garantisce a “TUTTI il diritto a manifestare liberamente il proprio pensiero, con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”.
Ma la RAI, il più potente mezzo governativo di comunicazione di massa, istituisce una task force (termine militaresco) per censurare le fake news sul Coronavirus. Agcom (l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni) lancia pure una task force sulle piattaforme online e i big data per censurare le fake news sul Coronavirus. Facebook, nell’ambito di questa sorveglianza sulle libertà, si allinea e consente tramite WhatsApp di segnalare le fake news sul Coronavirus. E quali sono, Signor Ministro, le fake news? Quelle che stabilisce lo Stato, e cioè ogni pensiero che contraddica o metta in discussione le misure adottate dal Governo.
La massa applaude.
Chi si pone domande o adotta comportamenti non in linea con le disposizioni governative va censurato, radiato e sanzionato penalmente. Oggi viviamo in un paese dove una persona che esce di casa per una passeggiata nei boschi, una persona sana che non ha arrecato danni a nessuno – attenzione – è equiparata e perseguitata al pari di un criminale. Viviamo in un paese dove è stato soppresso il principio giuridico della “presunzione di innocenza”, principio già teorizzato nel 1764 nelle opere di Pietro Verri e Cesare Beccaria. Principio secondo cui la regola di giudizio impone di assolvere l’imputato, se non ne sia stata dimostrata dall’accusa la responsabilità, al di là di ogni ragionevole dubbio. Oggi invece ci ritroviamo condanne penali a prescindere, pur non avendo cagionato danni a nessuno, al di là di ogni ragionevole dubbio.
E la massa applaude.
Eppure.
Il presidente dell’ISTAT, Gian Carlo Blangiardo, ha fatto presente che i morti per malattie respiratorie sono stati:
– a marzo del 2017: 15.189
– a marzo del 2016: 16.220
Ovvero più di 12.352, che è il corrispondente numero di decessi per Covid, a marzo del 2020.
16.220 (2016)
15.189 (2017)
12.352 (2020)
Nel 2017 in Italia sono morte più di 53.000 persone a causa di malattie del sistema respiratorio. Per non parlare delle principali cause di morte:
– più di 230.000 decessi per malattie del sistema circolatorio (ischemie, infarti, problemi del cuore, ecc.)
– 180.085 decessi per tumori
Malattie per le quali esiste la prevenzione. Ma il Governo cosa fa? Tiene aperte le tabaccherie, autorizza la vendita di alcolici e non fornisce alcuna significativa indicazione per un’alimentazione e uno stile di vita sani.
Già. La massa continui pure a ingozzarsi di TV, a commentare il presunto charme del Premier e a stracciarsi le vesti al grido #iorestoacasa. In attesa del vaccino, ovviamente. Tant’è, da noi esiste anche la coercizione al trattamento sanitario obbligario. Ma a cosa vi serve più l’obbligo? Vi siete trasformati nei bravi Ufficiali di Polizia. E andrete in fila indiana a prendere la vostra dose. Il processo di lobotomizzazione è quasi compiuto.
GRAZIE
IOESCODICASA #IORESTOSVEGLIA
https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=10219204892411471&id=1183131860__
Roby Line
A Voi che…
Avete deriso per anni chi denunciava
tutte le schifezze chiamandoli COMPLOTTISTI
CHE IMPERTERRITI seguite i politici le tv di regime che come al solito ve l'hanno MES
Che in nome di una Pandemia INESISTENTE ci hanno messo tutti agli arresti domiciliari…
A voi che non vedete che il cielo non è più Blù ..
ma cantate dai Balconi
A voi che seguite Barbarella che vi insegna a lavarvi le mani.
A voi che gridate dietro ad una mamma che porta fuori i suoi bimbi al sole
A Voi che avete invocato i militari in strada
A Voi che adesso dovete mettere la mascherina anche se non serve a un CAZZO e aggiungo IGNORANTI
A Voi che a breve dovrete fare il vaccino contro il nulla
A Voi che purtroppo per tutti siete la MAGGIORANZA
A Voi si a tutti Voi ..ma andate a FARE IN CULO
https://www.facebook.com/100004824372391/posts/1492128810957917/
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PAOLO_FERRARO MAGISTRATO
--------------- DENTRO IL PARADIGMA TOTALITARIO -------------
--- LA LIBERTA' E CAPACITA' INDIVIDUALE IL "SOAVE SOSTEGNO”. ---
https://www.ilfilodelmagistrato.it/B/DENTRO_IL_PARADIGMA_TOTALITARIO.html
Immettiamo questo articolo nella piattaforma ILFILODELMAGISTRATO in epoca di pandemia corona vid 119 e di Stato di emergenza con eliminazione "necessitata" delle libertà fondamentali di movimento e circolazione, e in epoca di lento crollo o crisi profonda e strutturale del capitalismo occidentale. Ma questa ultima, come crisi di domanda e di profitto nei settori portanti, già si delineava prima del "virus che distrugge la economia".
http://www.ilsovranista.it/siamo-ad-una-grande-svolta-epocale/
La quarta ultima video conferenza gestita sulla matrice totalitaria dei progetti legati al “sostegno” reca una indicazione culturale. Un “protocollo” savio "anonimo" che sembra evocare la odierna quotidianità dell’agire ..e che sottoponiamo alla vostra attenzione:
“In un pezzo di carta polveroso mi sono trovato a leggere questa frasi … " SEGUE
https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=2848915855202381&id=100002519841658
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Francesco Jacobsen
PANE AL PANE, VINO AL VINO!
Conte cita la Meloni che ha firmato il mes nel 2012 e ora fa la sovranista di sta fava!
https://www.facebook.com/100007045965350/posts/2630491440529029/
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Processo di Norimberga - Wikipedia
gruppo di processi contro nazisti
https://it.wikipedia.org/wiki/Processo_di_Norimberga
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Imputati alla sbarra. Prima fila, da sinistra: Göring, Hess, von Ribbentrop, Keitel. Seconda fila, da sinistra: Dönitz, Raeder, Schirach, Sauckel.
Processo di Norimberga è il nome usato per indicare due distinti gruppi di processi ai nazisti coinvolti nella seconda guerra mondiale e nella Shoah. I processi si tennero nel Palazzo di Giustizia della città tedesca di Norimberga dal 20 novembre 1945 al 1º ottobre 1946 (la città era, insieme a Berlino e Monaco, una delle città simbolo del regime nazista).
Il primo e più famoso di questi processi fu il Processo dei principali criminali di guerra davanti al Tribunale militare internazionale (IMT), che giudicò ventiquattro dei più importanti capi nazisti catturati o ancora ritenuti in vita.[1] Il secondo gruppo di processi fu per criminali di guerra inferiori, tenuto sotto la Legge numero 10 del Consiglio di Controllo dal Tribunale militare di Norimberga (NMT), e comprese anche il famoso Processo ai dottori. Questa voce tratta principalmente i processi del primo gruppo. Per i processi del secondo gruppo si veda la voce Processi secondari di Norimberga.
La decisione di sottoporre a processo i principali esponenti dell'Asse fu presa ancor prima della cessazione della guerra. Dal 18 ottobre all'11 novembre del 1943 si svolse a Mosca la terza conferenza tripartita di Mosca, con la presenza dei tre ministri degli esteri dell'alleanza, Cordell Hull, Anthony Eden e Vjačeslav Michajlovič Molotov.
Come ebbe a scrivere Churchill nelle sue memorie, «l'uccisione di Mussolini ci risparmiò una Norimberga italiana».[2] Al termine dell'incontro venne stilato un documento[3] nel quale i tre capi della coalizione, Winston Churchill, Franklin Delano Roosevelt e Stalin, si impegnavano al termine della guerra a far sì che i criminali nazisti venissero processati secondo le leggi del paese nel quale i crimini fossero stati commessi. Nella successiva Conferenza di Teheran, dal 28 novembre al 1º dicembre dello stesso anno, venne esteso il concetto di crimine nazionale a un più ampio livello e superato il concetto della punibilità nazionale.
Creazione della corte Modifica
Durante gli incontri della conferenza di Teheran (1943), della conferenza di Jalta (1945) e della conferenza di Potsdam (1945), le tre principali potenze del tempo di guerra Stati Uniti d'America, Unione Sovietica e Regno Unito, si accordarono sul metodo per punire i responsabili dei crimini di guerra commessi durante la seconda guerra mondiale. Anche la Francia riuscì a guadagnarsi un posto all'interno del tribunale. Oltre 200 tedeschi imputati di crimini di guerra vennero processati a Norimberga, mentre altri 1 600 attraverso i tradizionali canali della giustizia militare.
Nonostante l'Unione Sovietica volesse svolgere i processi a Berlino, venne scelta Norimberga, per le seguenti ragioni:
Era convenientemente situata nel settore statunitense (a quell'epoca, la Germania era divisa in quattro settori controllati dalle nazioni vincitrici).
Il palazzo di Giustizia era spazioso e praticamente intatto. Una grande prigione faceva parte del complesso.
Norimberga era stata nominata la città delle "Celebrazioni del Partito del Reich" (Reichsparteitag), e c'era un valore simbolico nel renderla la sede della sconfitta finale del partito nazista.
Si concordò che Berlino sarebbe divenuta la sede permanente del Tribunale Militare Internazionale (IMT) e che il primo processo (ne erano stati previsti diversi) si sarebbe tenuto a Norimberga. A causa della guerra fredda non ci furono altri processi.
Ognuna delle quattro nazioni giudicanti fornì un giudice, un sostituto e i procuratori.[4] I giudici erano:
Geoffrey Lawrence (Regno Unito, giudice principale e presidente)
Norman Birkett (Regno Unito, sostituto)
Francis Beverley Biddle (statunitense, giudice principale)
John Parker (statunitense, sostituto)
Henri Donnedieu de Vabres (francese, giudice principale)
Robert Falco (francese, sostituto)
Iona Timofeevič Nikitčenko (sovietico, giudice principale)
Aleksandr Fëdorovič Volčkov (sovietico, sostituto)
Il procuratore capo statunitense era Robert Houghwout Jackson. Quello britannico era Hartley Shawcross.
Validità del processo Modifica
Il metodo con il quale si è sviluppato il processo, nonché la scelta stessa degli uomini chiamati a giudicare i crimini di guerra, è stato messo in dubbio in più occasioni da alcune importanti personalità. Tra questi vi era il giurista Hans Kelsen il quale, favorevole comunque allo svolgimento di un processo per punire i crimini nazisti, sollevò perplessità in ordine alla composizione della Corte:
«Possono esserci pochi dubbi che una corte internazionale sia molto più adatta per questo compito che una corte nazionale civile o militare. Solo una corte costituita da un trattato internazionale del quale non solo i vincitori ma anche gli stati sconfitti siano parti contraenti non incontrerà quelle difficoltà con cui dovrà confrontarsi una corte nazionale.»
(H. Kelsen, Peace through Law, Chapel Hill, 1944, p. 111)
In risposta, il professor Al Goodheart dell'Università di Oxford, rifiuta questo punto di vista scrivendo:
«Anche se questo argomento può suonare attraente in teoria, esso ignora il fatto che va contro l'amministrazione della legge di qualsiasi nazione. Se fosse vero, allora nessuna spia potrebbe avere un processo legale, perché il suo caso è sempre trattato da giudici che rappresentano la nazione nemica. Eppure nessuno in questi casi ha mai sostenuto che fosse necessario chiamare una giuria neutrale. I prigionieri avevano il diritto di chiedere che i loro giudici fossero equi, ma non che fossero neutrali. Come fece notare Lord Writ, lo stesso principio è applicabile alla legge criminale ordinaria perché "un ladro non può lamentarsi per essere giudicato da una giuria di cittadini onesti.»
(The Legality of the Nuremberg Trials, Juridical Review, aprile 1946)
Seppur con minore risonanza, anche durante lo svolgimento del processo si alzarono voci contrarie alla legittimità dello stesso: l'avvocato difensore di Göring, Otto Stahmer, invocò il principio del diritto romano Nullum crimen, nulla poena sine praevia lege poenali, il quale non ammette l'emanazione di leggi retroattive, contestando inoltre il diritto ai vincitori di processare i vinti. L'obiezione fu respinta, poiché i giudici considerarono i crimini di guerra, i crimini contro l'umanità e i crimini contro la pace come violazione di leggi internazionali già esistenti (Convenzioni dell'Aia, Convenzioni di Ginevra e Patto Briand-Kellogg). Venne obiettato che alcuni di questi trattati non vincolavano le Potenze dell'Asse perché costoro non li avevano ratificati.[5] Tale obiezione venne respinta, asserendo che se una convenzione internazionale viene ratificata da un dato numero di Stati per un periodo di tempo ragionevolmente lungo, detta convenzione può considerarsi come vincolante per ogni nazione, e non solo per coloro che l'hanno ratificata. Tale formula divide ancora oggi sostenitori e critici.
Ancora, il Giudice Capo della Corte Suprema degli Stati Uniti Harlan Fiske Stone definì il processo "una frode", asserendo che il rappresentante statunitense della Pubblica Accusa, Robert Houghwout Jackson, non stava effettivamente procedendo secondo i dettami della legge.[6] Lo stesso Jackson, in una lettera dell'ottobre 1945 al presidente Harry Truman, affermò riguardo agli Alleati:[7][8]
«Hanno fatto o stanno facendo alcune delle cose per cui stiamo condannando i Tedeschi. I Francesi stanno decisamente violando la Convenzione di Ginevra nel trattamento dei prigionieri di guerra, tanto che il nostro comando sta riprendendosi i prigionieri inviati a loro. Stiamo condannando il saccheggio e i nostri Alleati lo stanno praticando. Diciamo che la guerra aggressiva è un crimine e uno dei nostri alleati proclama la sovranità sui Paesi Baltici basandosi su nessun diritto eccetto quello di conquista.»
A danneggiare ancora la credibilità del processo fu il fatto che il principale giudice sovietico, Iola Nikitchenko, aveva preso parte anni prima ai processi sommari delle Grandi purghe. Uno dei capi d'accusa riguardava la firma del Patto Molotov-Ribbentrop, giudicato come un progetto di guerra aggressiva, ma l'Unione Sovietica non venne processata al pari della Germania per l'adesione al patto.[9] Inoltre, i processi vennero condotti in base a delle proprie regole di prova; gli atti d'accusa vennero creati ex post facto e non erano basati sulle leggi di nessuna nazione,[10] la difesa tu quoque venne eliminata, e la motivazione dell'intera assemblea fu la "giustizia dei vincitori"[11].
Processo principale Modifica
Il Tribunale Militare Internazionale venne aperto il 18 ottobre 1945 negli edifici della Corte Suprema di Berlino. La prima sessione venne presieduta dal giudice sovietico, Nikitchenko. I procuratori presentarono gli atti d'accusa contro i ventiquattro principali criminali di guerra e contro sei «organizzazioni criminali» – la leadership del partito nazista, le Schutzstaffel (SS), il Sicherheitsdienst (SD), la Gestapo, le Sturmabteilung (SA) e l'alto comando dell'esercito. Le imputazioni erano per:
Cospirazione per commettere crimini contro la pace.
Aver pianificato, iniziato e intrapreso delle guerre d'aggressione.
Aver commesso crimini di guerra.
Aver commesso crimini contro l'umanità.
La definizione di cosa costituisce un crimine di guerra venne successivamente recepita nei Principi di Norimberga, un documento scaturito da lì a poco per consolidare giuridicamente le norme introdotte in questi processi.
Considerando che Adolf Hitler, Benito Mussolini, Joseph Goebbels e Heinrich Himmler erano deceduti in data anteriore all'inizio del processo (tutti morti suicidi con l'esclusione di Mussolini che fu catturato e fucilato dai partigiani), Reinhard Heydrich era stato mortalmente ferito dai partigiani cecoslovacchi nel 1942 e che Adolf Eichmann e Josef Mengele erano riusciti a fuggire in America meridionale (Eichmann fu scovato e giustiziato dalla corte israeliana solo negli anni sessanta, mentre Mengele riuscì a scampare all'arresto fino a morte naturale avvenuta il 7 febbraio 1979), i ventiquattro restanti accusati erano:
Nome Ruolo Imputazione Sentenza Note
1 2 3 4
Hermann Göring Era il comandante in capo della Luftwaffe fino a quando, poco prima della conclusione della guerra, Hitler lo rimosse da ogni incarico politico e militare per aver tentato un colpo di stato. Era Maresciallo del Reich, ovvero la seconda carica politica della Germania nazista, quindi era il gerarca più importante tra i presenti al processo. Colpevole Colpevole Colpevole Colpevole Morte[12] Non venne giustiziato perché riuscì a suicidarsi la notte prima dell'esecuzione con una capsula di cianuro.[13] La corte decretò che il cadavere fosse cremato. Le ceneri vennero sparse in un «fiume imprecisato della Germania»[14], o specificamente, secondo altri, le ceneri furono disperse nel Wenzbach, un affluente del fiume Isar[15]
Joachim von Ribbentrop Ministro degli Esteri del governo Hitler dal 1938 Colpevole Colpevole Colpevole Colpevole Morte[16] Ideatore del patto di non aggressione fra Germania e Unione Sovietica. Fu impiccato il 16 ottobre 1946.
Martin Bormann Segretario del partito nazista Imputato Non imputato Colpevole Colpevole Morte[17] Condannato a morte in contumacia, il corpo venne ritrovato nel 1972.
Rudolf Hess Successore designato di Hitler a cui era stato dettato il Mein Kampf durante la prigionia. Segretario del partito nazista fino al 1941 Colpevole Colpevole Imputato Imputato Ergastolo[18] Fu l'unico imputato già detenuto durante la guerra; nel 1941 era volato in Scozia ed era stato imprigionato dai britannici.
Karl Dönitz Großadmiral, comandante della Kriegsmarine dal 1943 e, dopo la morte di Hitler, presidente del Reich Imputato Colpevole Colpevole Non imputato 10 anni[19] Successe a Hitler come presidente del Reich dopo la sua morte e firmò l'armistizio; molti tedeschi continuarono a chiamarlo Großadmiral anche dopo la fine della guerra, perché secondo la tradizione tedesca un ufficiale conserva sempre il suo titolo.
Alfred Rosenberg Ideologo del partito nazista e padre delle teorie razziste Colpevole Colpevole Colpevole Colpevole Morte[20] «Protettore di territori occupati a est», ossia il Ministro responsabile per i territori occupati dal 1941. Fu impiccato il 16 ottobre 1946.
Hans Frank Governatore del Governatorato Generale Imputato Non imputato Colpevole Colpevole Morte[21] Durante il processo espresse pentimento. Fu comunque impiccato il 16 ottobre 1946.
Wilhelm Keitel Capo dell'OKW Colpevole Colpevole Colpevole Colpevole Morte[22] Nonostante la sua richiesta d'essere fucilato da soldato, fu impiccato come tutti gli altri condannati a morte.
Wilhelm Frick Ministro dell'Interno del governo Hitler Imputato Colpevole Colpevole Colpevole Morte[23] Responsabile delle leggi razziali di Norimberga.
Arthur Seyss-Inquart Reichskommissar nei Paesi Bassi Imputato Colpevole Colpevole Colpevole Morte[24] Fu uno degli artefici dell'Anschluss.
Alfred Jodl Secondo di Keitel, era a capo dello staff dell'OKW Colpevole Colpevole Colpevole Colpevole Morte[25] Fu impiccato il 16 ottobre 1946. Il 28 febbraio 1953 fu assolto postumo da una corte tedesca che lo trovò non colpevole secondo il diritto internazionale. Tale sentenza di assoluzione fu annullata il 3 settembre 1953 dal ministro della Liberazione Politica della Baviera.
Ernst Kaltenbrunner Capo del Reichssicherheitshauptamt, maggior gerarca delle SS sopravvissuto alla guerra Imputato Non imputato Colpevole Colpevole Morte[26] Responsabile degli Einsatzgruppen e dei campi di concentramento, chiamò Rudolf Höß a difenderlo.
Robert Ley Capo del DAF, il Fronte tedesco del lavoro Imputato Imputato Imputato Imputato Si suicidò impiccandosi nella sua cella il 25 ottobre 1945, prima dell'inizio del processo.
Fritz Sauckel Plenipotenziario del programma di sfruttamento del lavoro dei prigionieri Imputato Imputato Colpevole Colpevole Morte[27] Fu impiccato il 16 ottobre 1946. Le sue ultime parole furono: «Muoio innocente. La mia sentenza è sbagliata. Dio protegga la Germania».
Gustav Krupp von Bohlen und Halbach Uno tra i maggiori industriali tedeschi Imputato Imputato Imputato Imputato Non processato[28] Non processato per motivi di salute. Suo figlio venne condannato a 12 anni nel 1948.
Konstantin von Neurath Ministro degli Esteri del governo Hitler fino al 1938 e governatore del Protettorato di Boemia e Moravia Colpevole Colpevole Colpevole Colpevole 15 anni[29] Nel 1943, in disaccordo con Hitler, si dimise dai suoi incarichi. Fu rilasciato per motivi di salute il 6 novembre 1954.
Franz von Papen Ambasciatore tedesco in Turchia Imputato Imputato Non imputato Non imputato Assolto[30] Fu cancelliere tedesco fino al 1932 e vice cancelliere dal 1933. Nel 1947 fu riconosciuto colpevole da una corte tedesca e condannato a 8 anni di lavori forzati.
Erich Raeder Großadmiral e comandante della Kriegsmarine fino al 1943 Colpevole Colpevole Colpevole Non imputato Ergastolo[31] Fu graziato il 26 settembre 1955 per motivi di salute.
Walther Funk Ministro dell'Economia del governo Hitler Imputato Colpevole Colpevole Colpevole Ergastolo[32] Successore di Schacht al comando della Reichsbank, fu graziato il 16 maggio 1957 per problemi di salute.
Hjalmar Schacht Presidente della Reichsbank prima della guerra e Ministro dell'economia del governo Hitler Imputato Imputato Non imputato Non imputato Assolto[33] Durante il processo ammise di aver violato il trattato di Versailles.
Baldur von Schirach Capo della Gioventù hitleriana Imputato Non imputato Non imputato Colpevole 20 anni[34] Durante il processo espresse pentimento.
Albert Speer Ministro degli armamenti del governo Hitler Imputato Imputato Colpevole Colpevole 20 anni[35] Fu responsabile degli armamenti e l'architetto favorito di Hitler.
Hans Fritzsche Popolare commentatore radiofonico Imputato Imputato Imputato Non imputato Assolto[36] Era a capo del notiziario del ministero della propaganda. Fu processato al posto di Joseph Goebbels, morto suicida. Durante il processo espresse pentimento.
Julius Streicher Giornalista, direttore del settimanale Der Stürmer[37] Imputato Non imputato Non imputato Colpevole Morte[38] Le sue ultime parole furono: «Questa è la mia celebrazione del Purim 1946. Sto andando da Adonai. I bolscevichi vi prenderanno tutti un giorno! Adele, mia cara moglie… Heil Hitler!»
Tutti gli imputati condannati a morte vennero impiccati il 16 ottobre 1946 (tranne Hermann Göring, che riuscì a suicidarsi il giorno prima dell'esecuzione con del cianuro di potassio), nel seguente ordine: von Ribbentrop, Keitel, Kaltenbrunner, Rosenberg, Frank, Frick, Streicher, Sauckel, Jodl, Seyß-Inquart. Il boia fu il sergente statunitense John C. Woods. I cadaveri dei gerarchi vennero poi cremati nei forni del lager di Dachau e le loro ceneri gettate nel Wenzbach.
Gli esperimenti medici condotti dai dottori tedeschi portarono alla creazione del codice di Norimberga per controllare i futuri processi che coinvolgevano esseri umani, e al cosiddetto processo ai dottori.
Il 1º ottobre 1946, i giudici del tribunale del processo di Norimberga condannarono le SS, dichiarandole un'organizzazione criminale. I giudici sottolinearono questa sentenza dichiarando che: le SS vennero usate per scopi che erano criminali, che comprendevano: la persecuzione e lo sterminio degli ebrei, brutalità ed esecuzioni nei campi di concentramento, eccessi nell'amministrazione dei territori occupati, l'amministrazione del programma di lavoro schiavistico e il maltrattamento e assassinio di prigionieri di guerra (IMT, 1946, Vol. XXII, p. 516, in: Höhne, 1969, p. 3). La sentenza continuava dichiarando che il sospetto di crimini di guerra avrebbe coinvolto tutte le persone che erano state ufficialmente accettate come membri delle SS… che divennero o rimasero membri dell'organizzazione sapendo che veniva usata per commettere atti dichiarati criminali dall'articolo 6 dello statuto di Londra sui crimini di guerra (International Military Tribunal, 1947-1949, Vol. XXII, p. 517 in: Höhne, 1969, p. 3).[39]
Processi secondari Modifica
Lo stesso argomento in dettaglio: Processi secondari di Norimberga.
Dopo il primo e più seguito atto, ci furono altri due procedimenti noti come "processi di Norimberga" del terzo dei quali il regista statunitense Stanley Kramer trattò nel film Vincitori e vinti. Questi ebbero luogo dopo breve tempo rispetto al primo filone d'inchiesta, accusando per lo più soldati delle SS e altri nazisti di minor importanza. In questo caso però i procedimenti ebbero esiti ben diversi dal primo processo di Norimberga. Buona parte degli imputati venne assolta, mentre le condanne effettivamente scontate non andarono oltre i dieci anni, grazie alla buona condotta o alla grazia.
Influenza sullo sviluppo del diritto penale internazionale Modifica
I processi di Norimberga ebbero grande influenza sullo sviluppo del Diritto penale internazionale. La Commissione del diritto internazionale, che agisce su richiesta dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, produsse nel 1950 il rapporto Principi di Diritto Internazionale riconosciuti nel Capitolo del Tribunale di Norimberga e nei giudizi del tribunale ('Yearbook of the International Law Commission', 1950, vol. III). L'influenza del tribunale si può anche vedere nelle proposte per una corte penale internazionale permanente e nella stesura dei codici penali internazionali, successivamente preparati dalla Commissione del diritto internazionale.
I processi di Norimberga diedero il via a movimenti d'opinione ed a considerazioni di dottrina giuridica[40] che portarono cinquant'anni dopo all'adozione dello statuto della Corte penale internazionale.
Note Modifica
^ Il processo di Norimberga, 70 anni fa, ilpost.it, 20 novembre 2015. URL consultato il 21 novembre 2015.
^ Winston Churchill, La resa tedesca, in La Seconda Guerra Mondiale, traduzione italiana di Arturo Barone, Glauco Cambon, Olga Ceretti Borsini, Giorgio Monicelli, edizione condensata, Milano, BUR, 2000, p. 1256, ISBN 88-17-86581-8.
^ (EN) Joint Four-Nation Declaration, su ibiblio.org, ottobre 1943. URL consultato il 18 gennaio 2008.
^ Telford Taylor 1993, p. 139.
^ Judgement: The Law Relating to War Crimes and Crimes Against Humanity in the Avalon Project archive at Yale Law School
^ 'Harlan Fiske Stone: Pillar of the Law', Alpheus T. Mason, (New York: Viking, 1956)
^ David Luban, "Legal Modernism", Univ of Michigan Press, 1994. ISBN 978-0-472-10380-5 pp. 360,361
^ The Legacy of Nuremberg, PBS Online / WGBH, 1º marzo 2006. URL consultato il 23 novembre 2011.
^ Bauer, Eddy The Marshall Cavendish Illustrated Encyclopedia of World War II Volume 22 New York: Marshall Cavendish Corporation 1972 page 3071.
^ Jonathan Graubart, Paper of Jonathan Graubart, San Diego State University, Political Science Department, 2008 (archiviato dall'url originale il 30 aprile 2011).
^ Danilo Zolo, Victors' Justice, 2009 (archiviato dall'url originale il 13 agosto 2010).
^ (EN) Judgement: Göring, su avalon.law.yale.edu. URL consultato il 15 novembre 2008.
^ Portai il cianuro a Goering per fare colpo su una ragazza, La Repubblica, 8 febbraio 2005.
^ Il Processo di Norimberga nel sito storia del XXI secolo
^ Gilberto Villahermosa, Lost Prison Interview with Hermann Göring: The Reichsmarschall's Revelations, su HISTORYnet.com (pubblicato originariamente in World War II, settembre 2006).
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^ (EN) Judgement: Fritzsche, su avalon.law.yale.edu. URL consultato il 15 novembre 2008.
^ Dal tedesco: L'attaccante.
^ (EN) Judgement: Streicher, su avalon.law.yale.edu. URL consultato il 15 novembre 2008.
^ (EN) International Military Tribunal (Nuremberg). (PDF). Werle. Humboldt Universitat. Berlin.
^ Devin O. Pendas, Retroactive Law and Proactive Justice: Debating Crimes against Humanity in Germany, 1945–1950, Central European History, Vol. 43, No. 3 (SEPTEMBER 2010), pp. 428-463.
Bibliografia Modifica
Marina Cattaruzza e István Deák, Il processo di Norimberga tra storia e giustizia, Libro + DVD, UTET, Torino 2006, ISBN 88-02-07478-X
Giuseppe Mayda, Norimberga - Processo al Terzo Reich, novembre 1945 - ottobre 1946, Bologna, Odoya, 2016, ISBN 978-88-6288-328-3.
Carl Schmitt, Risposte a Norimberga, Laterza, Roma-Bari 2006.
Telford Taylor, Anatomia dei processi di Norimberga, Rizzoli, 1993, ISBN 88-17-33841-9.
Voci correlate Modifica
Processi secondari di Norimberga
Processo di Tokyo
Tribunale internazionale
Processo ai dottori
Anton Dostler
il processo di Norimberga film per la TV del 2000
Campo Ashcan
Altri progetti Modifica
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Collegamenti esterni Modifica
(DE) Sito ufficiale, su museen.nuernberg.de.
Processo di Norimberga, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010.
(EN) Processo di Norimberga, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
Il processo di Norimberga sul portale www.lager.it, su lager.it.
Il processo di Norimberga sul portale storiaxxisecolo.it, su storiaxxisecolo.it.
La documentazione in lingua inglese del processo di Norimberga, raccolta per il progetto Avalon della Yale Law School, su avalon.law.yale.edu.
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