Robin Williams e il gorilla intelligente ma depresso
Io e mia madre stiamo subendo da 12 anni. 5 TSO eseguiti dal sindaco omosessuale Gaspare Giacalone ex di Nichi vendola.
CORRUZIONE DI 15 GIUDICI DEL TRIBUNALE DI MARSALA FALCONE E BORSELLINO!
https://andreasalvatorebuffa2.substack.com/p/corruzione-di-15-giudici-del-tribunale
LE 5, 6 ORDINANZE DI TRATTAMENTO SANITARIO OBBLIGATORIO
Questa nella foto è la mia povera mamma, si chiama Maria.
Non la vedo da circa 10 anni, l'ho sentita solo questi ultimi 3 anni per una media di 2 volte l'anno e per una media di 40 secondi.
Era contenta quando le feci comperare un telefono per potere sentirci.
Purtroppo hanno messa il blocco dello schermo al telefono, ho spiegato ai miei fratelli e al marito Giuseppe Buffa come togliere il blocco ma non lo hanno mai fatto.
Da allora è tornata a essere depressa, rinchiusa in casa senza avere avuto alcuna visita da amici o parenti da circa 12 anni in completa solitudine.
Lei ha paura del marito.
Ho provato a chiamare e ad inviare diverse richieste di aiuto sia al Sindaco che eravamo amici, sia all'assistente sociale, sia a parenti ed amici che non rispondono da un decennio neppure a me.
Sa benissimo che se tornassi sarei rinchiuso in PSICHIATRIA. Infatti lo sono stato 4 volte all'ospedale di Trapani. Una volta persino per il mio compleanno che è il 2 Marzo e ci rimasi per 45 giorni contro la stessa legge di coercizione sanitaria.
Quando Robin Williams riuscì a far ridere di nuovo un gorilla che stava piangendo la morte del suo amico da sei mesi.
Alcuni etologi statunitensi avevano insegnato ad un gorilla di nome Koko a parlare con gli esseri umani, tramite il linguaggio dei segni.
Koko era estremamente intelligente, ma stava passando un periodo molto difficile, tanto che i biologi temevano avesse cominciato a soffrire di una grave forma di malinconia.
I ricercatori volevano aiutare Koko, trovandogli un nuovo amico, e allo stesso tempo volevano studiare come interagisse con gli esseri umani.
Avendo infatti studiato il linguaggio dei segni ed essendo in grado di comunicare con la nostra specie, rispetto agli altri gorilla, Koko era l'esemplare perfetto per stabilire se esistessero dei veri e propri confini cognitivi tra le nostre specie o meno.
Chiesero quindi a Robin Williams, noto principalmente per essere un grande attore comico, se volesse passare qualche ora in compagnia di Koko, cercando di interagire con lui naturalmente, come se si trattasse di una persona normale bisognosa d'aiuto.
Williams accettò immediatamente, anche se aveva dei dubbi sulle modalità dell'incontro. Non era infatti esperto di primati e temeva di essere troppo impacciato per relazionarsi serenamente con l'animale.
Giunto di fronte al gorilla, Williams ebbe però una vera e propria illuminazione.
Lasciando la possibilità all'animale di conoscerlo autonomamente, Williams si accorse che interagire con Koko era come se stesse interagendo con un bambino molto curioso. A poco a poco, il gorilla infatti si interessò sempre di più al visitatore, tanto che rimase affascinato dal suo paio di occhiali e volle vederlo con "i suoi strani occhi fatti di vetro".
Koko presto cominciò a parlare con Williams, usando il linguaggio dei segni, proponendogli di giocare o facendogli domande sorprendentemente intelligenti, che sconvolsero l'attore. I due, in pochi minuti, iniziarono persino a scherzare, a farsi il solletico, a giocare e a raccontare qualche loro esperienza di vita.
La cosa stupì profondamente i ricercatori, che chiesero a Koko di definire l'attore tramite una parola scelta. Il termine che il gorilla utilizzò fu "amico".
Lo stesso Williams rimase positivamente turbato da quell'incontro, soprattutto quando venne a conoscenza che era riuscito a far ridere un gorilla che rischiava di cadere in depressione per la solitudine.
A seguito di ciò, decise quindi di visitare Koko quando gli era possibile e di girare insieme a lui degli spot, a favore delle conservazione delle specie protette e contro la sperimentazione animale.
Il legame che si andò a creare fra Koko e l'attore statunitense fu così profondo che sopravvisse alla morte di Williams, avvenuta nel 2014. Quando infatti il vecchio gorilla seppe della morte dell'amico, fece segno ai suoi istruttori se poteva piangere e per alcuni giorni rimase pensieroso, con le labbra tremanti per il lutto.
Koko non si dava pace nel sapere che non lo avrebbe rivisto più.
Koko morì 4 anni dopo, nel 2018, all'età di 46 anni. Oggi è ricordato come uno dei primati più importanti della storia della ricerca scientifica.
Fiorella
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